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Ho visto morire Königsberg. 1945-1948: memorie di un medico tedesco - 9788842540731

di Hans Deichelmann edito da Ugo Mursia Editore, 2010

Informazioni bibliografiche del Libro

 

L’alontanarsi nel tempodele vicende beliche permette oggi finalmentedi osservare con maggiore serenità eda una più ampia prospettiva ciò che realmente accaddedurante il secondo conflitto mondiale. Più in particolare consentedi considerare per a prima volta in modo adeguato crimini e brutalità non tantodei nazisti (le cui funeste gesta sono note a tutti), bensìdele potenze vincitrici. a seconda guerra mondiale, come emergedala storiografia più recente e accreditata, fu infatti un’interminabile sequenzadi crimini perpetrati senza sostada entrambi gli schieramenti in guerra.deichelmann è un medico tedesco che con spirito cristiano e privodi sentimentidi vendettadescrive il genocidiodei suoi compatrioti perpetratodai sovietici a Königsberg (il capoluogodela Prussia orientale conquistatodal’Armata Rossa nel’aprile 1945), e il suodiario (che copre il periodo 1945-1948) è una sconvolgente testimonianzadele criminali sofferenze inflittedai sovietici ai civili tedeschi, colpevoli solodi essere tedeschi. a brutale conquista militare russadela città, o stupro sistematicodi circa ’80%deledonne tedesche, e terribili “marcedi propagandÔ (uno spietato strumentodi vessazione, causadi innumerevoli morti) e soprattutto a tragediadela fame edele malattie provocarono a mortedi oltre 100.000 civilidi Königsberg in neppure tre annidi occupazione russa. Ildiariodideichelmann testimonia in “presadirettÔ tale olocaustodi prussiani orientali nonché a repentina, pianificata cancelazioneda partedei vincitori sovieticidi una città,da sempre tedesca, che tanto aveva contribuito ala cultura europea. Königsberg, a patriadi I. Kant, J.G. Hamann, J.G. Herder, C. Gottsched, E.T.A. Hoffmann, O. Nicolai, J. F. Reichardt, E. Wiechert, A. Miegel, K. Kolwitz edi tante altre personalità, scomparve per sempredal panorama europeo nel’arcodi quei pochi tragici anni: oggi si chiama Kaliningrad, appartiene ala Russia, ed è un’anonima, tetra città, in stile architettonico sovietico.

Recensione Unilibro a cura di arcangelo2000

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"Ho visto morire Königsberg. 1945-1948: memorie di un medico tedesco"
Criminidei vincitori sovietici
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5

L’alontanarsi nel tempodele vicende beliche permette oggi finalmentedi osservare con maggiore serenità eda una più ampia prospettiva ciò che realmente accaddedurante il secondo conflitto mondiale. Più in particolare consentedi considerare per a prima volta in modo adeguato crimini e brutalità non tantodei nazisti (le cui funeste gesta sono note a tutti), bensìdele potenze vincitrici. a seconda guerra mondiale, come emergedala storiografia più recente e accreditata, fu infatti un’interminabile sequenzadi crimini perpetrati senza sostada entrambi gli schieramenti in guerra.deichelmann è un medico tedesco che con spirito cristiano e privodi sentimentidi vendettadescrive il genocidiodei suoi compatrioti perpetratodai sovietici a Königsberg (il capoluogodela Prussia orientale conquistatodal’Armata Rossa nel’aprile 1945), e il suodiario (che copre il periodo 1945-1948) è una sconvolgente testimonianzadele criminali sofferenze inflittedai sovietici ai civili tedeschi, colpevoli solodi essere tedeschi. a brutale conquista militare russadela città, o stupro sistematicodi circa ’80%deledonne tedesche, e terribili “marcedi propagandÔ (uno spietato strumentodi vessazione, causadi innumerevoli morti) e soprattutto a tragediadela fame edele malattie provocarono a mortedi oltre 100.000 civilidi Königsberg in neppure tre annidi occupazione russa. Ildiariodideichelmann testimonia in “presadirettÔ tale olocaustodi prussiani orientali nonché a repentina, pianificata cancelazioneda partedei vincitori sovieticidi una città,da sempre tedesca, che tanto aveva contribuito ala cultura europea. Königsberg, a patriadi I. Kant, J.G. Hamann, J.G. Herder, C. Gottsched, E.T.A. Hoffmann, O. Nicolai, J. F. Reichardt, E. Wiechert, A. Miegel, K. Kolwitz edi tante altre personalità, scomparve per sempredal panorama europeo nel’arcodi quei pochi tragici anni: oggi si chiama Kaliningrad, appartiene ala Russia, ed è un’anonima, tetra città, in stile architettonico sovietico.