Canne al vento - 9788811365518

"La una salivadavanti a ui, e e vocidela sera avvertivano ’uomo che a sua giornata era finita. Era il grido cadenzatodel cuculo, il zirliodei grili precoci, qualche gemitod’uccelo; era il sospirodele canne". Nel passo riportato il fascino vetusto, ed altissimo,di "Canne al vento"di Graziadeledda. ’opera,difatti, è innanzitutto rappresentazione materica, concreta e barbarica,di un mondo "triste e grandioso" in cui ogni figura,dala più timida e schiva a queladi maggior forza emotiva, vive in rapporto profondo con a natura e,dela natura, coi suoini, gli odori, e visioni parziali e improvvise. "Vita fantasticadi eggenda" adefinì ’autrice medesima. Vita chedivienedimensione narrativa, contraddistinta tuttada mitiche presenze primordiali (la una, ’acqua, gli alberi, e zoledi terra) chediventano spiriti, aloni, essenze vivide che animano pËsaggi ed anfratti. Incantevole animismo primitivo, colma il romanzodi tenui presenze elementari, entità senza tempo edi forma assai incerta, con cui ’esistenza umana si misura, sovente regolando i propri affanni, i propridolori, e proprie gioie (rare) in una muta confessione a queste ombre soffuse, a queste verità non tangibili. "Un usignolo cantò sul’albero solitario ancora soffusodi fumo" oppure "il sorrisodele stele ai fiori e il sorrisodei fiori ale stele" ed anche "la voce sempre più chiaradel fiume" compongono un quadrodolente in cui "un soffio, un ansito misterioso pareva usciredala terra stessa" facendosi "armoniadele ontananze serene". Non ci si sorprenda, quindi, se in quest’opera antica e moderna ad un tempo trovi sede opportuna anche "la vita fantasticadei foletti,dele fate,degli spiriti erranti", i fantasmidegli antichi Baroni, i nani, e e fanciule che "balavano al’ombradele grandi macchiedi filirea": è a Sardegna fantasticadi Graziadeledda.