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In partibus infidelium. Appunti su alcuni poeti in dialetto dell'Italia repubblica - 9788849849493
di Giorgio Delia edito da Rubbettino, 2016
- Prezzo di Copertina: € 14.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: In partibus infidelium. Appunti su alcuni poeti in dialetto dell'Italia repubblica
- Autore: Giorgio Delia
- Editore: Rubbettino
- Collana: Varia
- Data di Pubblicazione: 2016
- Genere: letteratura italiana: critica
- Argomento : Poesia moderna
- Pagine: 244
- Dimensioni mm: 225 x 225 x 20
- ISBN-10: 8849849494
- ISBN-13: 9788849849493
In partibus infidelium. Appunti su alcuni poeti in dialetto dell'Italia repubblica: Il libro raccoglie scritti su opere di poesia edite fra il secondo Novecento e l'inizio del Duemila. Gli autori in oggetto, senza limiti geostorici di sorta, hanno preso le mosse dal meridiano più a sud dell'Italia, da microluoghi ben definiti della Basilicata (Pierro, Brancale), della Calabria (Luzzi, Maffia), della Sicilia (De Vita), nel momento in cui ne hanno avvertito maggiormente lo stato di derelizione. Hanno in comune l'essere andati alla ricerca dell'adito più stretto e impervio per entrare nel serrato mondo delle lettere: senza una storia, senza poter contare su un patrimonio di esperienze, di riti, di testi, fondando una loro mitografia, una loro tradizione. Sono stati interpreti di dialetti/idioletti nella tipologia più periferica, marginale e arcaicizzante: quelli più vergini, i più consentanei per esprimere l'essenza della verità. Giammai rassegnati alla 'morte dei dialetti', postumi, hanno vissuto la condizione privilegiata di essere primi e (probabilmente) ultimi a scriverli.
The book collects writings on poetry published between the second half of the twentieth century and the beginning of the year 2000. The authors in question, unlimited geohistorical nature whatsoever, took the moves from the Meridian South of Italy, from well defined places of Basilicata (Pierro, Bamie), Calabria (Luzzi, Maffia), Sicily (De Vita), when it experienced a greater dereliction that status. Have in common being went looking for that rise tighter and impervious to enter the tight world of letters: without a story, without being able to rely on a wealth of experience, rites, texts, founding a mythography, their own tradition. Were performers of dialects/idiolects in peripheral, marginal and archaic type: the most virgins, most consentanei to express the essence of truth. Never resigned themselves to death of dialects, hangover, they experienced the privileged status of being first and (probably) the last to write them.
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