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Derrida e Artaud. La maschera e il filosofo - 9788876984105
Un libro edito da Medusa Edizioni, 2017
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Derrida e Artaud. La maschera e il filosofo
- Editore: Medusa Edizioni
- Collana: Le api , Nr. 35
- Data di Pubblicazione: 2017
- Genere: filosofia occidentale moderna
- Argomenti : Derrida, Jacques Artaud, Antonin
- Pagine: 91
- Traduttore: Salvarani L.
- ISBN-10: 8876984100
- ISBN-13: 9788876984105
Derrida e Artaud. La maschera e il filosofo: «Quanto è sempre stato facile per Derrida "decostruire" i testi filosofici, ovvero rivelare le loro crepe, le faglie, le contraddizioni, gli oblii, i non-detti, a causa dei quali sono molto più fragili di quanto vorrebbero, altrettanto il suo metodo di commento filosofico dei testi letterari non può essere in nulla una "decostruzione". Solo la filosofia è oggetto della decostruzione. E la decostruzione della filosofia, giustamente, si fa quasi sempre a partire dalla letteratura. Questa asimmetria permette di misurare l'importanza dell'errore che consisterebbe nel vedere in Derrida un autore non veramente letterario, né veramente filosofo, situato in uno spazio intermedio piuttosto vago» scrive Charles Ramond. Ed è con Artaud che questa asimmetria emerge in tutta la sua forza, e anzi Derrida «mostra anche come i filosofi e i commentatori che hanno cercato di cogliere Artaud, di pensarlo, di farne un "caso", sono sempre stati compresi da ciò che credevano di comprendere, situati da ciò che credevano di situare. Ma (questa sarebbe forse la lezione paradossale e inattesa della lettura di Artaud fatta da Derrida) questa decostruzione a senso unico, ben lungi dal confondere la differenza tra letteratura e filosofia, potrebbe al contrario rivelarsi come uno dei tratti che la rimarcano con il massimo della nettezza».
"What has always been easy for Derrida" deconstruct "the philosophical texts, or reveal their cracks, faults, the contradictions, the oblivion, non-said, because of what are much more fragile than they would like, just as his method of comment philosophy of literary texts cannot be in any way a "deconstruction". Only the philosophy is object of deconstruction. And the deconstruction of the philosophy, rightly, it is almost always starting from the literature. This asymmetry is used to measure the importance of the error would be to see in Derrida an author not really literary, nor really philosopher, situated in a gap pretty vague "writes Charles Ramond. And it is with Artaud that this asymmetry is apparent in all its power, and indeed Derrida ??also shows how philosophers and commentators who tried to seize Artaud, to think, to make a "case", have always been understood by what they understand located by what they believed it possible to locate. But (this would be perhaps the paradoxical and unexpected lesson reading Artaud made by Derrida) this deconstruction one-way, far from confusing the difference between literature and philosophy, might instead turn out as one of the follow with the utmost clarity ".
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