Duchamp e gli altri. Scritti sui pittori - 9788876984396

Duchamp e gli altri. Scritti sui pittori: L'Italia ha fino a oggi poco approfondito l'apporto che Robert Desnos ha dato alla poesia e alla critica, pur essendo egli un talento poliedrico che ha indagato molteplici ambiti dell'espressione creativa, da quella letteraria a quella visiva, dal cinema alla musica. La sua fede surrealista, fondata sulla sintesi di amore e libertà (analoga a quella di René Crevel) si esalta nell'esperienza del sogno praticata attraverso l'ipnosi: più che un superlativo, quando dice di aver fatto «atto di surrealismo assoluto» intende proprio questa proiezione interiore verso il confine dove la realtà si rivela altro da sé. La fedeltà realista al surreale ispira ogni tentativo di Desnos, poiché egli altro non vuole che essere il "medium" del mai visto. A questa particolare sintesi di immagine e parola come forma del rebus (vedi Duchamp) si rifà la sua idea di pittura "medianica": apparizione del segno come frase misteriosa travestita da figure. Il calembour verbo-visivo è un gioco in cui scrittura e immagine si alleano e ne deriva «il significato segreto che l'immagine esibisce». La sua polemica contro il gusto nasce dalla certezza che ciò che può emergere spontaneamente dalla psiche in piena libertà è più importante dei canoni artistici. La firma dell'artista su un foglio bianco - ancora Duchamp - è già opera d'arte. Occorre liberare l'iniziativa individuale. Dopo Duchamp e Breton, Desnos alla fine però abbraccia il combattimento "contro la morte" di Picasso. Una conferma dell'eterna lotta fra apollineo e dionisiaco.
Italy has so far little in-depth the contribution that Robert Desnos has given to poetry and criticism, despite being a multifaceted talent that has investigated multiple areas of creative expression, from literary to visual, from cinema to music. His surrealist faith, based on the synthesis of love and freedom (similar to that of René Crevel) is enhanced in the experience of the dream practiced through hypnosis: more than a superlative, when he says he has done "absolute surrealism" he means precisely this projection towards the border where reality reveals itself to be other self-evident. The realist fidelity to the surreal inspires desnos's attempt, for he wants nothing but to be the "medium" of the ever seen. This particular synthesis of image and word as the form of the rebus (see Duchamp) is referred to his idea of "medianic" painting: the appearance of the sign as a mysterious phrase disguised as figures. The verb-visual calembour is a game in which writing and image are allied and derives "the secret meaning that the image exhibits". His polemic against taste stems from the certainty that what can emerge spontaneously from the psyche in full freedom is more important than artistic canons. The artist's signature on a blank sheet - still Duchamp - is already a work of art. Individual initiative must be freed up. After Duchamp and Breton, Desnos eventually embraces Picasso's "against death" fight. A confirmation of the eternal struggle between Polline and Dionysian.