Infanzia rubata. La mia vita di bambino sottratto alla famiglia - 9788877138330

Infanzia rubata. La mia vita di bambino sottratto alla famiglia: Per decenni e fino a tempi recenti, la Svizzera ha sottoposto a «misure coercitive a scopo assistenziale» decine - forse centinaia - di migliaia di persone. Tra queste, bambini collocati in istituto o dati in adozione senza il consenso dei genitori, emarginati rinchiusi in strutture a regime carcerario senza regolare processo, donne sottoposte a sterilizzazioni coatte. Solo di recente la Svizzera - che ospita il Consiglio per i diritti umani dell'ONU - ha riconosciuto la gravità di questi atti che fino al 1981 hanno segnato la vita di tantissime persone, e ha avviato un serio processo di «riparazione» nei confronti delle vittime. La prima volta che Sergio Devecchi ha parlato di sé come di un ex bambino internato lo ha fatto durante il convegno organizzato in occasione del suo pensionamento, giunto dopo anni di lavoro come direttore di istituto. Già. Perché Sergio Devecchi, che è stato strappato alla madre quando aveva solo dieci giorni in quanto figlio illegittimo e che ha trascorso più di sedici anni in diversi istituti, ha dedicato poi gran parte della propria vita a educare bambini e giovani in difficoltà lavorando con passione per cambiare il sistema dei collocamenti. Oggi si impegna attivamente a sostegno delle vittime degli internamenti, perché quel processo finalmente avviato di rielaborazione della memoria collettiva non si arresti e, facendo piena luce sul passato, ci aiuti a non ripetere gli stessi errori.
For decades and up to recent times, Switzerland has undergone ' coercive measures for welfare purposes ' tens-perhaps hundreds-of thousands of people. Among these, children placed in the institute or data in adoption without the consent of the parents, margined confined in structures with prison regime without regular trial, women undergoing coatte sterilizations. Only recently, Switzerland-which houses the UN Human Rights Council-has acknowledged the seriousness of these acts that until 1981 have marked the lives of a large number of people, and initiated a serious ' redress ' process against the victims. The first time Sergio Devecchi spoke of himself as a former child interned he did so during the conference organized at the time of his retirement, come after years of work as director of the Institute. Already. Because Sergio Devecchi, who was torn from his mother when he was only ten days as an illegitimate child and who spent more than sixteen years in different institutes, then dedicated much of his life to educating children and young people in difficulty working With passion to change the system of placements. Today he is actively committed to support the victims of the internaments, because that process finally initiated of reworking the collective memory does not stop and, making full light on the past, help us not to repeat the same mistakes.