Fermata del tempo - 9788871687254

Fermata del tempo: "La musa di Di Spigno è, classicamente, figlia della memoria. Il suo sforzo è quello di frenare o addirittura di arrestare il flusso del tempo, di illuminarne una fermata, appunto, per chiarire un'identità che rischia di perdersi, travolta dal corso caotico e inconcludente dei giorni. L'io lirico non si astrae, non si sublima: è nell'ordinario della vita e degli affetti che cerca le proprie 'radici sepolte'. Ecco ; allora i nonni, le prozie, la madre, una Napoli intima, sobria, mai convenzionale, mai trasfigurata. Ambienti e personaggi si presterebbero a un gioco crepuscolare; ma qui non c'è gioco, non c'è ironia, non c'è compiacimento: c'è invece una dolentissima serietà, che fa pensare a volte allo Sbarbaro di Pianissimo, soprattutto alle poesie dedicate al padre e alla sorella. Come Sbarbaro, Di Spigno non bara, non ammanta di letterarietà il suo personale rovello; è capace di nominare le cose senza cercare di straniarle o di nobilitarle coi magheggi e coi fiocchi del 'poetico'. Tutto il. libro è percorso da una religiosità mai esibita, ma anche da una collera trattenuta: collera contro il mondo inautentico, la sciatta iniquità, la banalità, la falsità corrente. Ma la collera - per quanto sacrosanta - non riesce a prevalere: alla fine, la speranza si riaffaccia" (Umberto Fiori).
"The Muse of Di Spigno is, classically, daughter of memory. His effort is to curb or even stop the flow of time, to illuminate a stops precisely to clarify an identity that is likely to get lost, overwhelmed by the chaotic and inconclusive course days. The lyrical abstracts not I, not you: you in the ordinary enhances life and affections that seeks its own ' buried ' roots. Here is; then the grandparents, the prozie, the mother, a Naples, sober, never conventional, never transformed. Environments and characters you would pay in a twilight game; but here there is no game, there's irony, there is complacency so there is rather a most sorrowful earnestness, suggesting at times the Sbarbaro of Pianissimo, poems dedicated to his father and sister. As Sbarbaro, Di Spigno doesn't cheat, not cloaked in its employees vexation literariness; is able to nominate things without trying to straniarle or nobilitarle with the mix ups and slap the ' poetic '. Everything. the book has a religiosity never performed, but also by a restrained rage: rage against the world inauthentic, the sloppy iniquity, the banality, the current sham. But the anger-as sacrosanct-fails to prevail in the end, hope reappeared "(Umberto Fiori).