Il circolo Pickwick - 9788806228781

Il circolo Pickwick: Più passa il tempo e più la collocazione cronologica di un classico diventa rarefatta. Non sono in molti, tra i lettori comuni, a rammentare se nello smisurato palinsesto narrativo che è l'opera di Charles Dickens venga prima "Nicholas Nickleby" o "Oliver Twist", "Casa desolata" o "David Copperfield"; tanto più che fin dall'inizio la stesura e la pubblicazione delle opere si intrecciavano di continuo, in un rincorrersi di idee e di spunti dovuto all'uscita settimanale delle avventure e alla impetuosa immaginazione di questo scrittore. Allo stesso modo, in pochi ricordano che "II Circolo Pickivick" segna l'esordio - prima su rivista, quindi in volume - del più formidabile narratore mai apparso su questo pianeta. Pubblicato a puntate tra il 1836 e il 1837 e concepito in divenire, questo romanzo fu di conseguenza una duplice rivelazione: per i lettori, certo, che iniziarono immediatamente ad amarlo e a decretare un successo stratosferico, tanto da farne diventare proverbiali le situazioni e i personaggi; ma per l'autore stesso, che dopo alcuni brevi abbozzi scopriva - probabilmente con sgomento esaltato, con sublime piacere - di essere nato per raccontare. Con "II Circolo Pickivick" ci abbeveriamo dunque al primo purissimo zampillo di una sorgente che non si sarebbe mai prosciugata: estrose, rocambolesche, allegre, romantiche, venate infine di un'ombra di malinconia, mai noiose o prevedibili, le peripezie tragicomiche del signor Pickwick, del poeta Snodgrass, del donnaiolo Tupman, del maldestro Winkle e soprattutto del fido Sam Weller, vero protagonista occulto della storia, c
More time passes the more chronological placement of a classic becomes rarefied. Not many, among the common readers, to be recalled if the enormous palimpsest narrative that is the work of Charles Dickens comes before Nicholas Nickleby or Oliver Twist, bleak house or David Copperfield; much more than just beginning the drafting and publication of works continuously intertwined in a succession of ideas and insights due to weekly output of the adventures and wild imagination of this writer. Similarly, few remember that the Pickwick Papers marks the onset-before out of magazine, then by volume-the more formidable Narrator ever appeared on this planet. Published in installments between 1836 and 1837 and conceived in the making, this irresistible novel was therefore a double revelation: for readers, of course, that immediately started to love him and to decree a stratospheric success, so that it become proverbial situations and characters; but for the author himself, who after a few short sketches discovered-probably with dismay exalted, with sublime pleasure-to be born to tell. With the Pickwick Papers there we water the first gush of pure a source would never run dry: whimsical, daring, cheerful, romantic, melancholy, never a shadow's streak finally boring or predictable, the tragicomic vicissitudes of Mr. Pickwick, the poet Snodgrass, the womanizing Tupman, of clumsy Winkle and especially trust Sam Weller, the real protagonist occult history, are a picaresque adventure for all ages, a treasure trove of amazing stories and witty, sweetish and Gothic, still all to enjoy. Over the years, Charles Dickens would find more complex architectures, characters more faceted and dyed more gloomy, but perhaps never more so this beloved writer's pen would be cool and carefree.