Il sogno di D'Alembert-Il sogno di una rosa. Ediz. ampliata - 9788838938092

Il sogno di D'Alembert-Il sogno di una rosa. Ediz. ampliata: «A memoria di rosa, non si è mai visto morire un giardiniere». Questa citazione (che non è di Diderot, ma di Fontenelle) aleggia per tutto il dialogo "Il sogno di d'Alembert" - l'opera di Diderot forse più audace intellettualmente, più briosa e ricca - ad ammonire che il limite, negativo, della possibilità di conoscere non può essere scambiato, positivamente, con il limite della possibilità di essere della realtà. E domina, riecheggiata già nel titolo "Il sogno di una rosa", nella continuazione di quel dialogo immaginata da Eugenio Scalfari. "Le rève de d'Alembert" fu scritto da Diderot nel 1769, e conosciuto postumo, in forma di commedia brillante, pettegola, spiritosamente oscena: da un illuminista che credeva che la filosofia non fosse altro che resoconto sintetico dell'ininterrotta conversazione con se stessi e con gli altri, libera, aperta, correggibile, in cui consiste, certo per piacere, forse per dovere, l'appartenenza al genere umano: ed è un capolavoro di materialismo non volgare, ma contiene, in spunti e anticipazioni, le domande discusse oggi dalla cosiddetta filosofia della mente. In tempi probabilmente infelici per l'onestà e il senso di quella conversazione, il gioco di Scalfari più che una continuazione, più che un d'après Diderot, ne è uno scarto verso la malinconia: una cornice per l'oggi. Diderot conversa con mademoiselle de l'Espinasse del suo antico dialogo, e tenta e prova del materialismo la malinconica saggezza, la consolazione infinita, dignitosa e incerta. Questo libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1994. Viene riproposto oggi in una edi
??In memory of rose, it never saw him die a gardener ". This quote (which isn't by Diderot, but of Fontenelle) hovers throughout the dialogue d'Alembert's dream "-the work of Diderot perhaps boldest intellectually, more lively and rich--to warn that the extent, negative, the opportunity to know cannot be exchanged, positively, with the limit of the possibility to be reality. It dominates, echoed in the title "the dream of a rose", in the continuation of that dialogue imagined by Eugenio Scalfari. "Le r??ve de d'Alembert" was written by Diderot in 1769, and known posthumously, in the form of comedy, Redshank, wittily bawdy: the enlightenment who believed that philosophy if only summary of uninterrupted conversation with yourself and with others, free, open, fixed, that is, some for pleasure, perhaps for duty, membership in the human race: and is a masterpiece of materialism not vulgar, but contains ideas and advances, questions discussed today by so-called philosophy of mind. In times probably unhappy about honesty and sense of that conversation, play more than a continuation of Scalfari, rather than a D'APRES Diderot is a gap towards the melancholy: a frame for today. Diderot in conversation with mademoiselle de Espinasse its old dialogue, and try and try the melancholic materialism wisdom, consolation, dignified and uncertain. This book was first published in 1994. Is reproduced today in an edi