L'inquietudine della colomba. Essere armeni in Turchia - 9788883359989

L'inquietudine della colomba. Essere armeni in Turchia: "Posso vedere me stesso nell'inquietudine psicologica di una colomba, ma so che in questo paese gli uomini non toccano le colombe. Le colombe conducono la loro vita fin nel cuore della città, tra le folle umane. Sì, con un po' di paura, ma con quale libertà." Sono le parole conclusive dell'ultimo articolo di Hrant Dink, pubblicato da Agos - il settimanale da lui fondato - dopo la sua morte, avvenuta per mano di un giovane fanatico turco il 19 gennaio 2007. Hrant Dink credeva nella possibilità, anzi nel dovere, di convivere: armeni e turchi, cristiani e musulmani. Non per questo rinunciava a scrivere del genocidio degli armeni, ed era stato infatti condannato a sei mesi di carcere per "insulto all'identità turca". I suoi articoli, che possiamo leggere qui raccolti, vivono di questa duplice sostanza: il timore della colomba e la fiducia nella possibilità di condividere emozioni, desideri, pensieri: in una parola l'umanità. Etyen Mahgupyan, che ha raccolto l'eredità di Dink alla guida di Agos, scriveva due giorni dopo la morte dell'amico: "Ho perso il mio cuore". Sì, era il cuore, più di ogni altra energia motrice, l'impulso vitale, la qualità dominante, il centro catalizzatore di Hrant: delle sue intuizioni taglienti, del suo linguaggio paradossale, del suo coraggio consapevole.
"I can see myself in the psychological anxiety of a dove, but I know that in this country men don't touch the doves. Doves lead their lives into the heart of the city, between human crowds. Yes, with a little bit of fear, but with such freedom. " Are the concluding words of the last article of Hrant Dink, published by Agos-the weekly founded by himself-after his death at the hands of a young Turkish fanatic on January 19, 2007. Hrant Dink believed in the possibility, indeed the duty, to live: Armenians and Turks, Christians and Muslims. Not renounced in writing of the Armenian genocide, and was sentenced to six months in jail for "insulting Turkish identity". His articles, which you can read here, living this dual substance: the fear of the Dove and the confidence in the ability to share emotions, desires, thoughts: in a Word, humanity. Etyen Mahgupyan, who picked up the legacy of Dink driving Agos, wrote two days after the death of his friend: "I lost my heart". Yes it was the heart, more than any other motive, the vital impulse, the dominant qualities, the Center catalyst of Hrant: sharp, his paradoxical language of his insights, his courage.