Deserto. Il romanzo di Mosè - 9788837214913

Deserto. Il romanzo di Mosè: La figura maestosa, torreggiante di Mosè, dalle pagine bibliche è trasmigrata più volte nella letteratura, ha sedotto pittori e scultori, attratti dal cammino della sua spiritualità. Sono proprio i percorsi talora lenti e perplessi, e i nodi critici di questo viaggio interiore, coniugato con l'evoluzione della religione stessa d'Israele, ad apparire in questo romanzo dell'autore dell'Ombra del Padre. In parallelo, il deserto è teatro degli itinerari umanamente incomprensibili di Israele - popolo consacrato al culto di Jahvè, il "Dio geloso" dei padri - custode, nonostante le continue infedeltà, della promessa che gli ha assegnato la terra di Canaan. È il deserto che la "prima generazione" uscita dall'Egitto odia e rifiuta, e che la "seconda generazione" nutrita dal "cibo del cielo", non si risolve, pur continuando a detestarlo, ad abbandonare per affrontare la lotta con le popolazioni cananee. In mezzo a una folla di personaggi - i capi delle tribù, alcuni dei quali vigorosi e ardenti guerrieri; Aronne, Eleazaro, il levita intransigente Finees, l'"integralista" Giosuè, i faraoni Tutmosi e Amenofi ii, i prìncipi della Terra Promessa come Balak, l'indovino Balaam, selvaggiamente estatico, le donne cesellate con finezza, quali Noa e Uta, si staglia Mosè, l'"amico di Dio"; in lui la religiosità ebraica rivela infine, attraverso tempeste di dubbio, una consonanza con la misericordia infinita di Jahvè, che prelude alla novità cristiana.
The majestic, towering figure of Moses, the biblical pages is trasmigrata several times in the literature, has attracted painters and sculptors, attracted by way of his spirituality. It is the slow and sometimes perplexing routes, and the critical points of this inner journey, coupled with the evolution of the religion of Israel, to appear in this novel by the author of the shadow of his father. In parallel, the desert is humanly incomprehensible routes theatre of Israel-people holy to the worship of Yahweh, the "jealous God" guarding fathers, despite the constant infidelity, the promise that awarded him the land of Canaan. And the desert that the "first generation" exit from Egypt hates and rejects, and that the "second generation" nurtured by the "food of heaven" does not remit, while still detest it, to leave to face the struggle with the Canaanite peoples. In the middle of a crowd of characters-the heads of tribes, some of which are vigorous and ardent warriors; Aaron, Eleazar, the Levite intransigent Phinehas, the "fundamentalist" Joshua, the Pharaohs Amenhotep ii, the Princes of Tuthmosis and promised land as Balak, the Seer Balaam, wildly ecstatic, women are executed with finesse, such as Noa and Uta,-stands Moses, the "friend of God"; Jewish religiosity in him finally reveals, through storms of doubt, a consonance with the infinite mercy of Yahweh, as a prelude to the newness of Christianity.