Il bambino e la montagna. Un padre e un figlio nei silenzi del grande Nord - 9788833311128

Il bambino e la montagna. Un padre e un figlio nei silenzi del grande Nord: Nell'estate del 1894 un bambino di sei anni, Hans Torske, scomparve inspiegabilmente fra i boschi dello Skrim, una regione montuosa nel sud della Norvegia. Oltre un secolo dopo, ossessionato dalla triste e misteriosa vicenda di Hans, il giornalista e scrittore Torbjørn Ekelund decide di organizzare una «spedizione» nella stessa zona con il figlio August, di sette anni. I due si avventurano nella natura selvaggia, trascorrono diverse notti in tenda, scalano la cima dell'imponente monte Styggemann. Per il piccolo August è un'avventura piena di giochi e scoperte, per il padre è il motivo per riscoprire il valore autentico della natura in un'epoca ipertecnologica e iperconnessa. «Ho imparato che la natura può essere bella e ho imparato che può essere pericolosa»: sul filo dell'ambiguità fra una visione idilliaca e una wilderness matrigna e spietata, la figura di Hans Torske diventa il simbolo di una condizione universale, la piccolezza dell'uomo di fronte alla forza e all'indifferenza della natura.  
In the summer of 1894, a six-year-old boy, Hans Torske, inexplicably disappeared into the woods of Skrim, a mountainous region in southern Norway. Over a century later, obsessed with the sad and mysterious story of Hans, the journalist and writer Torbjarn Ekelund decides to organize an "expedition" in the same area with his seven-year-old son August. The two venture into the wilderness, spend several nights in tents, climb the top of the imposing Styggemann Mountain. For little August it is an adventure full of games and discoveries, for his father is the reason to rediscover the authentic value of nature in a hypertechnological and hyper-connected age. "I have learned that nature can be beautiful and I have learned that it can be dangerous": on the thread of ambiguity between an idyllic vision and a stepmother and ruthless wilderness, the figure of Hans Torske becomes the symbol of a universal condition, the smallness of man in the face of the strength and indifference of nature.