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Di passaggio - 9788895538617
di Jenny Erpenbeck edito da Zandonai, 2011
- € 13.00
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Di passaggio
- Autore: Jenny Erpenbeck
- Editore: Zandonai
- Collana: I piccoli fuochi
- Data di Pubblicazione: 2011
- Genere: LETTERATURE STRANIERE: TESTI
- Pagine: 157
- Traduttore: Vigliani A.
- ISBN-10: 8895538617
- ISBN-13: 9788895538617
Di passaggio: Una tenuta nelle campagne del Brandeburgo viene suddivisa tra le quattro figlie di un vecchio possidente terriero. La parte più modesta, un bosco su cui sorge una piccola casa con un grande giardino e l'accesso diretto al lago, è affidata all'ultimogenita, Klara, che proprio nelle acque di quel lago decide di togliersi la vita. Tra cessioni ed espropri, l'abitazione passa di mano in mano, testimone silenziosa di violenze e passioni, urla e sospiri dei suoi inquilini, tutti inesorabilmente alla ricerca dello Heim, di un luogo in cui sentirsi "a casa". Undici le vite, undici i destini che si danno il cambio, incastrandosi come tessere di un raffinatissimo mosaico naturale, su cui però la storia lascia le sue indelebili impronte, dalla tragedia della guerra all'orrore dei campi di concentramento, dalla sofferenza dei vinti all'arroganza dei "liberatori". A scandire il ritmo di questo racconto fuori dal tempo - ma dal tempo profondamente segnato - è la presenza costante della dodicesima tessera, il giardiniere, l'unico a credere soltanto nella natura e nell'alternarsi delle stagioni, il solo a prendersi cura della casa, con immutata devozione, fino alla fine.
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Un appezzamentodi terra che si affaccia su un ago non moltodistanteda Berlino e e persone che o abitano o o hanno abitato, sono i protagonistidi questo romanzo che ripercorre quasi tutto il ‘900 tedesco (guerre, espropri, invasioni, caccia ale streghe, etc). Si partedala suddivisione in otti, a costruzionedela casa principale e queledei vicini, il capanno in riva al ago, il pontile e una sola figura che ritroviamo sempre, il giardinieredel vilaggio attiguo chedurante tutti questi anni si prenderà curadel verdedi quel’appezzamento. Ad intervalare i brevi capitoli che riguardano quest’ultimo, tanti altridedicati ognuno a una voce narrante e ala sua storia,dal’architetto che quela casa ’ha progettata e ha combattuto nela prima guerra fino ala nipotedel’ebreo che aveva comprato il pezzodi terra attiguo e che ora vive serenamente in Sudafrica (per me i migliori sono: “La mogliedel’architetto”, “Il soldatodel’Armata rossÔ e “L’ospite”). Il ibro è molto belo e anche abbastanza particolare, sia per a struttura scelta (passato e presente che si rincorrono costantemente), ma soprattutto per il mododi narraredi Jenny Erpenbeck (in certi tratti mi ha ricordato qualcosadi Ágota Kristóf) che ascia ampio spazio al’immaginazionedel ettore, avorando per ento accumulo e chiedendo uno sforzo in più, ampiamente ripagato, nel riannodare tutti i fili temporali che percorrono queste pagine.