Oltre il disagio. Percorsi di crisi, orizzonti di civiltà - 9788891779519

Oltre il disagio. Percorsi di crisi, orizzonti di civiltà: In un gioco di "libere" associazioni, il termine civiltà ne evoca altri, quasi tutti di segno negativo: disagio, crisi, tramonto, scontro, conflitto, decadenza. Le analisi che accompagnano queste rappresentazioni scandiscono, da almeno un secolo a questa parte, il cammino dell'umanità, evidenziandone le tappe critiche, le paure verso il futuro, il desiderio di ridurne gli elementi di complessità evolutiva. Mentre coltiva il sogno del ripiegamento su stili di vita consolidati, l'umanità, al tempo stesso, si contraddice ed agisce in risposta a pulsioni esistenziali e educative profondamente trasformate. Si tratta di una contraddizione interessante, da cui emerge la fatica di un processo di evoluzione, che merita di essere sostenuto da riflessioni anche positive. Su questo piano, tuttavia, il pendolo delle scienze umane oscilla verso attestati di problematicità difficili da superare: psicoanalisi, storia, filosofia, politologia delineano un quadro spesso cupo i cui orizzonti sembrano incapaci di cogliere i segnali innovativi emergenti da tale processo. Al contrario, la ricerca neuroscientifica, oggi sapere di frontiera del nostro universo culturale, suggerisce differenti chiavi di lettura, tese non tanto ad alimentare in astratto la speranza in un futuro possibile, quanto ad esplicitare il senso di mutamenti riconducibili al più ampio processo di evoluzione filogenetica. Le categorie interpretative che ne derivano consentono di osservare gli eventi della civiltà da prospettive di più lungo periodo e con sguardi meno condizionati dall'attualità storica.
In a game of "free" associations, the term civilization evokes others, almost all of them of negative sign: discomfort, crisis, sunset, clash, conflict, decadence. The analyses that accompany these representations mark, for at least a century now, the path of humanity, highlighting its critical stages, fears towards the future, the desire to reduce its elements of evolutionary complexity. While cultivating the dream of retreating into established lifestyles, humanity, at the same time, contradicts itself and acts in response to profoundly transformed existential and educational impulses. This is an interesting contradiction, which shows the fatigue of a process of evolution, which deserves to be supported by even positive reflections. On this level, however, the pendulum of the human sciences swings towards evidence of problems that are difficult to overcome: psychoanalysis, history, philosophy, politology outline an often gloomy picture whose horizons seem unable to grasp the signals innovative ones emerging from this process. On the contrary, neuroscientific research, today knowing the frontier of our cultural universe, suggests different keys of reading, aimed not so much at feeding hope in the abstract in a possible future, but to express the sense of change more broadly linked to the process of phylogenetic evolution. The resulting interpretive categories allow us to observe the events of civilization from longer-term perspectives and with looks less conditioned by historical current events.