Profeti scomodi, cattivi maestri. Imparare a educare con e per la nonviolenza - 9788861536388

Profeti scomodi, cattivi maestri. Imparare a educare con e per la nonviolenza: La nonviolenza continua nei decenni e nei secoli a scorrere come un pacato fiume sotterraneo che di tanto in tanto affiora in fresche sorgenti e che, anche nel contesto italiano, non cessa di fertilizzare senza clamori il terreno sociale. Lontana da pretese assolutizzanti, essa resta aperta, come voleva Aldo Capitini, il padre della tradizione nonviolenta italiana: aperta a coltivare e generare nuove pratiche di convivenza e condivisione tra gli esseri venuti alla vita. Anche per continuare a coltivare, a fertilizzare, a generare, nasce questo libro, nella persuasione che la nonviolenza può portare alla luce un'umanità più in pace, che sceglie di essere, come voleva Alex Langer, più lenta, più profonda, più gentile. L'educazione con e per la nonviolenza è drammaticamente cosciente dei limiti della realtà, ma non rinuncia a tendersi in avanti, a sporgersi su un futuro di liberazione che abbracci i Tutti e dischiuda per Tutti la dimensione della festa. Tutti è il plurale di Tu, diceva Aldo, parola sacra, categoria principe, parametro irrinunciabile di ogni discorso pedagogico, e quindi politico. Al cuore di ogni riflessione in tal senso, resta la domanda capitiniana: Dobbiamo aiutarlo [il fanciullo] a svilupparsi per far parte di questa umanità-società-realtà, pur nella nostra convinzione che questa umanità-società-realtà non sia accettabile?. La risposta farà da discrimine tra un'educazione che accetterà il reale come naturalmente buono (o legittimamente cattivo) e chiederà ai nuovi nati di adeguarvisi per riprodurlo e un'educazione che sceglierà l'opzione radicale di aggiun
Violence continues in the decades and centuries to scroll as a soft-spoken underground river that occasionally emerges in cool springs and that, even in the Italian context, does not cease to fertilize without fanfare the social terrain. Far from claims absolutist Scriptures, it remains open, according to Aldo Capitini, the father of the Italian open to nonviolent tradition grow and generate new means of living together and sharing among beings come to life. Also to continue to cultivate, fertilize, generating, comes this book, in the belief that nonviolence can unearth a humanity more at peace, who chooses to be, according to Alex Langer, the slower, deeper, nicer. With education and nonviolence has dramatically conscious of the limits of reality, but to stretch forward, lean on a future of liberation that embraces All and open for all the size of the party. All is the plural of You, said Aldo, Holy Word, category of each pedagogical discourse, Prince, indispensable parameter and then politician. At the heart of every reflection in this regard, the question remains capitiniana: we must help him [the child] to grow to be a part of this site-society-reality, despite our conviction that this humanity-society-reality is not acceptable?. The answer will be the distinction between an education that will accept the real as naturally good (or legitimately bad) and ask for new born to adapt to play it and an education that will choose the radical option of add