Stefano Ferrante. «Il trionfo della Divina Provvidenza» - 9788874979219

Stefano Ferrante. «Il trionfo della Divina Provvidenza»: "Stefano Ferrante, rimosso quasi del tutto dai quadri della cultura regionale fu, invece, un autore fra i più avveduti del Settecento e fra i più aperti a discutere la realtà e i significati della natura, della ragione, della politica e persino dell'arte, in un contesto in cui il possesso delle idee e l'uso della riflessione critica marcavano davvero la differenza e fornivano le chiavi di accesso ai modelli europei, cioè a quei complessi sistemi nei quali si andava articolando la sensibilità moderna e si tentava con inedito fervore la congettura del "nuovo", l'arguzia delle identità "altre" e l'audacia dei più larghi e coloriti orizzonti sia linguistici che dei saperi. Merita dunque più di un plauso Rocco Fatalia Gargarella che, in questo libro, ripropone la figura di quell'uomo e richiama l'attenzione a quella sua vicenda culturale che seppe dialogare - senza sudditanze e senza remore - con le voci più accreditate della filosofia, dell'estetica e del pensiero teologico di quegli anni, trovando anche modo di restare se stesso e di dar corpo ad una scrittura del tutto originale, espressa soprattutto con i registri e con le forme della poesia."
"Farek, removed almost completely from the Executive of the regional culture was, instead, an author of the most astute of the eighteenth century and among the most open to discuss the reality and meaning of nature, reason, politics and art even in a context in which the ownership of ideas and the use of critical reflection they marked the difference and providing access keys to European models ??? those complex systems in which he was articulating the modern sensibility and attempting with unprecedented fervor of conjecture "new", the wit of the "other" identity and the audacity of wider horizons and colourful language and knowledge. Deserves more than applaud Fatalia Gargarella, Rocco who in this book, the figure of the man and draws attention to that story that cultural dialogue-without sudditanze and without hesitation-with the most credible voices of philosophy, aesthetics and of theological thought in those years, even finding a way to remain himself and give substance to an entirely original writing expressed especially with registers and forms of poetry. "