Chiamiamoli ladri. L'esercito dei corrotti - 9788804681830

Chiamiamoli ladri. L'esercito dei corrotti: Tutti traditori, tutti ladri, noi italiani? A scorrere le graduatorie mondiali sulla «corruzione percepita», il nostro Paese è la Silicon Valley dove si brevettano i marchingegni più fantasiosi in materia. Non per combatterla, ma per praticarla. Insomma, oltre che il luogo del pianeta con il maggior numero di siti dell'Unesco intesi come patrimonio materiale dell'umanità, il nostro Paese è anche quello del patrimonio immateriale del «se pò ffa'» in barba alla legge, un'attitudine che siamo usi chiamare furbizia mentre è arte perversa del furto con destrezza. Se vogliamo provare a contrastare, o almeno a limare, questo odioso costume nazionale, dobbiamo capire che corrotti, concussi, bustarellari - l'intera fauna dei voraci percettori abusivi di quote di Pil - sono solo diverse incarnazioni della disonestà. Ma per cambiare le cose, per redimerci davvero, abbiamo il dovere di sentirci tutti un po' ladri, anche quando accettiamo, per esempio, di pagare per poter anticipare un esame o un intervento chirurgico in ospedale. Invece, pur smascherati nella nostra ipocrisia, ci assolviamo per il semplice fatto di essere minuscoli pesciolini che nuotano sentendosi innocenti per aver cercato di esercitare un diritto negato dai pescecani. Con queste pagine affilate e corrosive Vittorio Feltri vuole inocularci il benefico virus dell'inquietudine, per scalfire la nostra cronica amoralità e rivelare la nostra, spesso inconsapevole, complicità. Così da essere nemici di ladri e ladroni non in modo iroso ed episodico, ma avvertito e sistematico. Ostili, in particolare, al miserabile ladruncol
All traitors, all thieves, us Italians? To scroll through the world rankings on "perceived corruption", our country is Silicon Valley where the most imaginative contraptions in the field are patented. Not to fight it, but to practice it. In short, in addition to the place of the planet with the largest number of Unesco sites intended as a material heritage of humanity, our country is also that of the intangible heritage of the "if little ffa" in beard to the law, an attitude that we are used to call cunning while it's the perverse art of theft with dexterity. If we want to try to counter, or at least to clean up, this odious national custom, we must understand that corrupt, concussive, bribery - the entire fauna of voracious squatters of GDP quotas - are just different embodiments of dishonesty. But to change things, to really get back on our heads, we all have a duty to feel like thieves, even when we agree, for example, to pay to be able to anticipate an examination or surgery in the hospital. Instead, even if exposed in our hypocrisy, we absolve ourselves for the simple fact of being tiny minnows who swim feeling innocent for trying to exercise a right denied by the fish. With these sharp and corrosive pages Vittorio Feltri wants to inoculate us the beneficial virus of restlessness, to undermine our chronic amorality and reveal our, often unconscious, complicity. So as to be enemies of thieves and thieves not in an irosous and episodic way, but warned and systematic. Hostile, in particular, to the wretched ladruncol