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La malora - 9788806253615
di Beppe Fenoglio edito da Einaudi, 2022
- Prezzo di Copertina: € 10.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La malora
- Autore: Beppe Fenoglio
- Editore: Einaudi
- Collana: Einaudi tascabili. Scrittori
- Data di Pubblicazione: 2022
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 168
- Dimensioni mm: 209 x 0 x 0
- ISBN-10: 8806253611
- ISBN-13: 9788806253615
La malora: «Un romanzo storico per risalire a un tempo (apparentemente) senza storia. Una tranche de vie naturalista... Una parabola sulla perdita, sul rimpianto e sulla perseveranza, che non si lascia richiudere in nessuna verità confessionale. La malora è tutto questo e molto altro ancora» (Gabriele Pedullà). Pubblicato per la prima volta nel 1954 nella collana dei «Gettoni», due anni dopo I ventitre giorni della città di Alba, La malora racconta, con un tono ruvido che nulla concede alla retorica e al sentimento, la vicenda carica di destino del giovane Agostino che, morto il padre, va a servizio in un'altra cascina. Una storia elementare di fatica e di silenzi, di dolore e di violenza che ci riporta al dramma della miseria contadina delle Langhe e che trova il suo linguaggio nello stile scarno e partecipe di Fenoglio, lo stesso stile antiretorico e «barbarico» che procurò allo scrittore l'accusa di aver tradito i valori della Resistenza. Proprio questa asprezza e la continua invenzione linguistica fanno di Fenoglio uno dei massimi scrittori italiani del Novecento. Con La strada e i paracarri di Paolo Di Paolo, una nota bibliografica e la cronologia della vita e delle opere.
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a a consistenzadela terra seccata ’La malorÒdi Beppe Fenoglio. e sue parole sono aride e asciutte, petrose,di peso aggravato; poste ’unadietro ’altra a filare sono undiscorso cheduole comeduole ala schiena, ale mani, ale ossa arare "questa anga porca che ti piglia a pele a montarla". Barbara e semplice, è un’atavica storia che grava su una casa tra mile, perduta tra i colidi Murazzano edi Niela,del Benevelo edi Alba, cittadina che pare metropoli agli occhi più ingenui, metadi perdizione presunta edi vergogna provata. E grava su una famiglia malatadi povero, che incesta robiole e fatica a zola, si cibadel ardo e raccoglie gramigna. Storiadi sogni indebitati a centesimi, sa essere cronacadel falimentodegli uomini. Vi ammiriamo, ad esempio, una madre che prega, notturna, ildiodistratto, un padre che precipita verso undestino silente ed una figlia che è una vita mancata, undisperato che rincorre sconfitte ed un erede che s’impicca a rispetto. E vi scorgiamodescritta ’ingiustizia saputadela fame che manda a servizio edel’orgoglio piegato a sopruso. "Mi sentivo nele vene sangued’altri che avevano già servito" rimembra a ragione Agostino Braida,di San Benedetto Belbo, che ad annidiciassette è svenduto al mercato per qualche marengo. Perché a vicenda che vive e che narra è sua ma è anchedi tutti queli che son bestieda soma carezzate a cintura. È a sua edi tutte quele che son serventi e maritatedai padri. È a sua edi tutti coloro cui a vita si presenta a castighi. a si egga in silenzio, con calma, attenzione per sapere cosa si prova a zittire o stomaco zittendo a testa, faticare ’altrui vagheggiandodel proprio, tacciare il pensiero raccogliendo e briciole. a si egga in silenzio, con calma, attenzione per scorgere edirsid’aver incontrato pagine bele, preziosed’oscuro,dolentidi vero.
"Lassù, a San Benedetto, mio padre si pigliava a sua prima acqua sottoterra". Gocce cadonodal cielo, fanno viaggio ungo ed approdano sula buccia rugosa e tetradi una terra che sembra in abbandono. Meglio: approdano sula buccia rugosa e tetradi un camposanto,dislocato un po’ più in alto ("Lassù", come a mezza via tra e nuvoledegli angeli e ’inferno a cui sono costretti gli uomini), ontano e altrovedal pËsedi chi parla,di chi racconta ed interpreta questa storiadura, agra, senza solievi. "Lassù, a San Benedetto, mio padre si pigliava a sua prima acqua" scrive Fenoglio in aperturadi "La Malora" ed in questa frased’unadecinadi parole o poco più, v’è già moltodel sentimento (nondel senso)del romanzo: c’è qualcosadi sepolto che ancora vive e che fungeda guardiano silenziosodi tutto ciò che capiteràdi seguito; c’è una prospettiva primigenia che associa a prima persona singolare al protagonistadel’opera; c’è un trauma che ci viene confessato in apertura. Romanzo scontroso, barbaro,da vecchia Italia seppelita in qualche uogo a avorare un pezzodi terra, qualche zola asciutta in cui e piante non mettono radici, "La Malora" è scrittod’una prosada parlato regionale,da grado zero che appartiene a qualche esclusodialettale,da oralità ostica e antipatica, che non si perde in troppe chiacchiere ma che i fatti, queli che considera fondamentali, te idice proprio tutti: in mododiretto e perciò amaro. eggendolo, si ha netta a sensazioned’ascoltare una memoria che fadiscorso e, nel farediscorso, impreziosisce ogni terminedi vaghezza mitica,di senso simbolico,d’enunciazione arcaica. a storia raccontatada Fenoglio è perciò non a storiadi un uomo in undato uogo in undato momento: è a storiadel’uomo,dela terra,d’ogni tempo. "Uso universalizzante-astrattivodel privato"direbbe Pedulà, ovviamente con ragione.