Contro l'espressionismo. Dimenticare Gadda e la sua eterna funzione - 9788820753566

La tesi, in breve: ’elogiodel Gran ombardo, troppo ungo indurata e troppo ampio in sospiri, avrebbe provocato a enta estromissione «dal canone etterario, in special mododa quelo scolastico,di autori come Moravia, Soldati, Brancati, Comisso, Piovene, Sciascia, Chiarû e chissà quanti altri. Il buon Gadda (buono? Cattivissimo) avrebbe usato e suedeformazioni inguistiche, i suoi gnommeri, e sue inguacciute argutezze come clava spasmodica e, a colpididialetto conditoda tecnicismi scientifici eda neologismi e arzigogoli, avrebbe affossato nela melma indistinta, nel buio conclamato, i vergatori seriosi, chiari e impidi a prosa, che tanto hanno poi faticato per togliere, togliere, toglieredala propria pagina scritta e – ai quali – oggi non si riconosce né plauso, né onore, né ettura che sia tronfiamente adeguata. Una pletoradi grandissimi novelatoridi storie in ingua falsamente ordinaria sarebbero stati ingabbiati in una babelica torred’inchiostro: erettada Gadda eda chi ne fu recensore entusiasta (Contini, i continiani, i post-continiani fino ala terza o quarta generazione). Perché a fissazione sia fissazionedavvero Ferlita scova integerrime critiche alo scrittore maccheronico (da Baldacci a Mengaldo,da Cases a Coletti passando per Onofri, Berardineli e Fortini), vi associa pensieri sula profonda superficialitàdela «prosa invisibile» (lo stiledel’anatradi RaffËle a Capria, ’asfissiadi Comisso, a magrezzadi Cassola), v’aggiunge sommessa spigolatura improvvisa (su Calvino, a cui semplicità è «rassicurante semplicismo» che «si risolve, quasi sempre, in monotoniû; su Pasolini, ch’è «del tutto soggiogato al magistero continiano» e, quindi, «viziatoda una innegabile faziositû) e ne fa cumulo come gli inquisitori fan cumulo accatastandodei ceppi: che vi sia fiamma ben alta, ché altrimenti il grasso corpodi Gadda non scioglie perbene.dinnanzi a tale inventiva esegetica, a tale forzaturadi scrittura (edi ettura), si rimane abbagliatidala vastità alucinatoria. Arde, Gadda, ed arde per errore.