Il libro di Luigi Peruzzi - 9788815267191

Il libro di Luigi Peruzzi: La scoperta del Libro autografo di Luigi di Ridolfo Peruzzi (1410-84), figlio di uno dei più eminenti avversari di Cosimo de' Medici, offre una nuova testimonianza sulla scrittura dell'esilio nella prima età moderna. Emerge l'idea di un progetto organico, concepito nel nome di una riconciliazione ideale dell'anziano esule con il centro originario - Firenze - perduto da lunghi anni e ormai irrecuperabile realisticamente. Il ritorno al 'centro' è perseguito dunque da un lato, attraverso la preservazione dei caratteri della propria identità civile; dall'altro, attraverso l'ortoprassi e l'osservanza dei riti devozionali codificati dalla comunità di origine. Insomma, Peruzzi ha inteso fare del suo Libro una patente del proprio stato civile, culturale, morale e religioso, da esibire forse, più che ai suoi eredi diretti, a consorti e amici influenti residenti in patria. Alla scrittura del Libro l'esule ha voluto affidare l'ultimo accorato appello per una sua estrema restituzione a Firenze, al quale i Medici, ormai reggenti, si mostrarono sordi fino alla fine.
The discovery of the autographed book of Luigi di Ridolfo Peruzzi (1410-84), the son of one of Cosimo's most eminent opponents of Medici, offers a new account of the writing of exile in the early modern age. The idea of an organic project emerges, conceived in the name of an ideal reconciliation of the exiled elderly with the original center - Florence - lost for many years and now realistically unrecoverable. The return to the 'centre' is therefore pursued on the one hand, through the preservation of the characteristics of one's civil identity; on the other, through orthodoxy and observance of devotional rites codified by the community of origin. In short, Peruzzi intended to make his Book a license of his own civil, cultural, moral and religious status, to be exhibited perhaps, more than to his direct hisds, to influential consorts and friends living in his homeland. At the writing of the Book, the exile wanted to entrust the last heartfelt appeal for its extreme restitution to Florence, to which the Medici, now regents, showed themselves deaf to the end.