Libro. Vita e miracoli di un oggetto straordinario - 9788833924809

Libro. Vita e miracoli di un oggetto straordinario: «Una storia del libro, un ragionamento filosofico su cosa sia un libro, e una riflessione su cosa diventerà il libro. Un saggio che finalmente mette ordine a luoghi comuni e spiega molto bene perché non possiamo dirci tutti bibliofili». Roberto Cotroneo, «Il Messaggero» «Ferrari insegna a diffidare degli apocalittici e degli ottimisti, dei nostalgici e degli entusiasti, di categorie come Bene e Male applicate al passato, al presente e al futuro dell'editoria». Paolo Di Stefano, «Corriere della Sera» «Dobbiamo molto al libro. La vita intellettuale degli uomini ha avuto nel libro il suo utensile più versatile e insieme il suo emblema più glorioso. La vita emotiva, interiore, degli uomini ha trovato nei libri quella comprensione, quel colloquio, quell'intima rispondenza a sé che non sempre gli altri uomini sono stati in grado di offrire. Un simile riconoscimento che confina con la riconoscenza non ci autorizza però né a perseverare nelle illusioni né ad avvolgere noi stessi e il libro in una nebbiosa retorica. Al contrario, possiamo usarlo - lui, il libro - per fare quello che gli è sempre riuscito meglio. E cioè indagare, ricercare, discernere e, alla fine, capire, conoscere. E preservare, salvare. Questo, infatti, è stato il suo ufficio, la sua fortuna e la sua gloria».
"A history of the book, a philosophical reasoning on what a book is, and a reflection on what the book will become. An essay that finally puts order to clichés and explains very well why we can't all call ourselves bibliophiles." Roberto Cotroneo, «Il Messaggero» «Ferrari teaches us to be wary of apocalyptics and optimists, nostalgics and enthusiasts, of categories such as Good and Evil applied to the past, present and future of publishing». Paolo Di Stefano, «Corriere della Sera» «We owe a lot to the book. The intellectual life of men has had in the book its most versatile tool and at the same time its most glorious emblem. The emotional, inner life of men has found in books that understanding, that conversation, that intimate correspondence to oneself that other men have not always been able to offer. Such an acknowledgment, bordering on gratitude, does not, however, authorize us either to persevere in illusions or to wrap ourselves and the book in foggy rhetoric. On the contrary, we can use him - him, the book - to do what he has always done best. That is, to investigate, to research, to discern and, in the end, to understand, to know. And preserve, save. This, in fact, was his office, his fortune and his glory."