Vedere per progettare. Basic design e percezione visiva per il disegno industriale - 9788891705884

Vedere per progettare. Basic design e percezione visiva per il disegno industriale: Avete mai scelto un abito perché quel taglio vi slancia? E il colore di una camicia perché sta bene con il vostro incarnato? Oppure, avete messo il parquet in diagonale perché una stanza sembri più grande? E colorato la porta del ripostiglio come la parete perché si mimetizzi nel corridoio? Se vi è mai capitato di fare scelte di questo genere, avete già usato alcuni elementi visivi del progetto, che si basano sulla natura della nostra percezione del mondo. Si tratta, in realtà, di un'attività progettuale che può essere fatta in modo più o meno consapevole, più o meno responsabile, più o meno professionale. Per cominciare a farlo seriamente, ci si può addentrare in quello spazio di imperfetta sovrapposizione che esiste tra mondo fisico e mondo fenomenico arrivando a scoprire che vi è una certa discrepanza, a volte notevole, tra come le cose sono e come ci appaiono. In tale spazio si muove da sempre il progettista, sia egli artista, architetto o designer. Infatti, il progettista esperto utilizza questa discrepanza come una variabile del progetto aggirandola, sfruttandola, domandola.
Have you ever chosen a dress because that will cut rushes? And the color of a shirt because it goes with your complexion? Or, you put the flooring diagonally because a room seem bigger? And colored closet door as the wall because you mimetizzi in the hallway? If you ever make such choices, you have already used some Visual elements of the project, based on the nature of our perception of the world. It is, in fact, a design activity that can be done in a more or less conscious, more or less responsible, more or less professional. To begin to do so seriously, you can delve into that imperfect space overlap that exists between the physical world and the phenomenal world coming to see that there is some discrepancy, sometimes considerable, between how things are and how they appear. In such a space always moves the designer, whether artist, architect or designer. In fact, the savvy designer uses this discrepancy as a variable of the aggirandola project, by exploiting it, domandola.