Tutta colpa del presidente - 9788898838547

Tutta colpa del presidente: Era il 31 maggio del 2007 quando presi un provvedimento molto contro corrente, decisi infatti di abbandonare quello che dalla massa è considerato il mondo più ambito: il calcio. Desideravo una sola cosa: dimenticare come fosse fatto un pallone. Calciopoli, nel 2006, e i presagi di un imminente fallimento del Pescara Calcio mi spinsero, a malincuore, a compiere la scelta più combattuta della mia vita. Mi dedicai quindi alla vendita di case e tetti in legno, tuffandomi a capofitto in un ambiente fino ad allora a me sconosciuto. Il calcio nelle mie giornate non trovava più spazio, neanche sotto forma di partitelle tra amici. Riscoprii un'altra passione sopita nell'animo: la bici da corsa. Fu proprio questo sport a traghettarmi, inconsapevole, dopo sette anni d'esilio, verso la mia nuova avventura calcistica. "Tutta colpa del Presidente" vuole evidenziare come il calcio, con le sue emozioni forti e irripetibili, con le sue incongruenze madornali, rappresenti una giostra su cui tutte le gioie e tutti i dolori, perlomeno in una città come Pescara, si raccolgono, captati da un unico soggetto che, nel bene e nel male, svolge la funzione di parafulmine: il Presidente.
31 May 2007 was when I took a measure much against the current, I decided to abandon what the mass is considered the most coveted world: football. I wanted one thing: forget how it was done. Calciopoli, in 2006, and the portents of an imminent failure of Pescara Calcio I forced, reluctantly, to make the choice more fought in my life. I applied myself then to selling houses and wooden roofs, diving headlong into an environment till then unknown to me. The calcium in my days did not find more space, even in the form of soccer matches between friends. I rediscovered another passion slumbering in the soul: the race bike. It was the sport traghettarmi, unconscious, after seven years of exile, towards my new adventure. "Blame it on the President" wants to highlight as football, with its strong and unrepeatable emotions, with its glaring inconsistencies, represents a carousel on which all the joys and all the pain, at least in a city like Las Vegas, are harvested, picked up by a single entity that, for better or for worse, acts as a lightning rod: the President.