La neolingua dell'economia ovvero come dire a un malato che è in buona salute - 9788806243241

La neolingua dell'economia ovvero come dire a un malato che è in buona salute: Questo libro nasce da una contraddizione: le parole piú semplici di cui credevamo di conoscere a perfezione il significato ora ci sfuggono. Altro che le élite, è il linguaggio che ci prende in giro. 1984 è finalmente arrivato, con un po' di ritardo! Tutti ormai parliamo questa lingua impoverita e condivisa, con scarsi contatti con la realtà. Invece di controllare il linguaggio, siamo noi a esserne controllati. Lo stesso discorso si applica all'unica grammatica che ottiene consenso in economia, quella legata all'homo oeconomicus. Il procedimento è questo: inventiamo un linguaggio basato su una teoria immaginaria e ce ne serviamo per piegare la realtà ai nostri bisogni, per limitare la nostra comprensione al frammento piú improbabile del reale. Per esempio esaltiamo la concorrenza perché efficace o vantaggiosa per il consumatore, ma senza dire che potrebbe essere disastrosa per il produttore, né che le forme piú comuni del mercato sono degli oligopoli (se non dei monopoli) ancora peggiori per il lavoratore.
This book is born from a contradiction: the simplest words of which we thought we knew perfectly the meaning now escape us. Other than the elites, it's the language that makes fun of us. 1984 has finally arrived, with a little delay! We all now speak this impoverished and shared language, with little contact with reality. Instead of controlling language, we control it. The same discourse applies to the only grammar that gets consensus in economics, that related to homo oeconomicus. The process is this: we invent a language based on an imaginary theory and use it to bend reality to our needs, to limit our understanding to the most unlikely fragment of reality. For example, we extol competition because it is effective or beneficial to the consumer, but without saying that it could be disastrous for the producer, nor that the most common forms of the market are oligopolies (if not monopolies) even worse for the worker.