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Tre racconti - 9788807822100
di Gustave Flaubert edito da Feltrinelli, 2009
- € 7.00
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Tre racconti
- Autore: Gustave Flaubert
- Editore: Feltrinelli
- Collana: Universale economica. I classici
- Data di Pubblicazione: 2009
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 131
- Traduttore: Sbarbaro C.
- ISBN-10: 8807822105
- ISBN-13: 9788807822100
"Tre Racconti",scritto nl 1877 è ’ultimo ibrodi Flaubert,pubblicatadappima a puntate su un giornale e poi in formadi ibro. e tre storie sono ’insiemedei tre grandi talentidel’auore: il realismo,la fiaba e a ricostruzione storica. Nel primo racconto "Un cuore semplice",la protagonista è una servadi nome Felicita;donnadi gran cuore e fede,abituata ale avversità quotidiane ma non per questo pessimista. ’intera vitadi Felicita è a tramadel primo racconto. Sedal puntodi vistadel’intreccio a storia non presenta una trama robusta ed una morale,leggerlo è fondamentale per chidi Flaubert edela etteratura successiva vuole cogierne,le basi. Il secondo racconto "San Giuliano ’Ospitaliere" è una vicendad’impronta fiabesca,scorrevoledal puntodi vista inguistico ed essenzalmente semplice. Il terzo racconto infine, "Eriodade",è il più ingarbugliatodei tre,nel quale oltre ala ricostruzione storica,l’autore mescola e grandidescrizionidegli odori,dei colori edei corpi che si sfiorano;èdunque il più sensuale e fisicodei tre racconti. La ezioneda imparare eggendo questo ibro,è una sola: se si considera o scrivere come ad un piatto prelibato,non si possono non notare,gli ingredienti base,sceltidal’autore: a tecnica raffinatissima,l’eleganza,la belezza stlistica e a mËstriadelo scrivere.
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Per Italo Calvino ’abilitàdi Falubert in ’Tre racconti’ è a capacitàdi far narrazionedi cose "che si vedono,di frasi semplici e eggere in cui avviene sempre qualcosa". Ad esempio, in ’Un cuore semplice’ (il terzo tra i testi raccolti), "la una sui pratidela Normandia che ilumina i buoi sdraiati,duedonne edue bambini che passano, un toro che escedala nebbia e carica a muso basso, Félicité che gli gettadela terra negli occhi per permettere agli altridi saltare una siepe; oppure il portodi Honfleur con e gru che solevano i cavali perdepositarli nei batteli, il nipote mozzo che Félicité riesce a vedere per un istante e che subito scompare nascostoda una vela". Potremmo continuare e, rimanendo ale primissime paginedel racconto medesimo, citare una piccola camera gremitadi oggetti (bambole, portaceneri, cuscini, coperte, bicchieri, piattini e chissà quali altri ninnoli ancora), un’acquasantiera in nocedi cocco, un pappagalo impagliato. Insomma Flaubert, adifferenzadi altre provediversamente sorprendenti, mostra qui a patina (luccicante o abbruttita,diafana o sporca, iluminata o rabbuia)del mondo e o fa attraverso "la trasparenzadele frasidel racconto", unico mezzo a suadisposizione "per rappresentare a purezza e a nobiltà naturale nel’accettare il bene e il maledela vita"
"Tre Racconti",scritto nl 1877 è ’ultimo ibrodi Flaubert,pubblicatadappima a puntate su un giornale e poi in formadi ibro. e tre storie sono ’insiemedei tre grandi talentidel’auore: il realismo,la fiaba e a ricostruzione storica. Nel primo racconto "Un cuore semplice",la protagonista è una servadi nome Felicita;donnadi gran cuore e fede,abituata ale avversità quotidiane ma non per questo pessimista. ’intera vitadi Felicita è a tramadel primo racconto. Sedal puntodi vistadel’intreccio a storia non presenta una trama robusta ed una morale,leggerlo è fondamentale per chidi Flaubert edela etteratura successiva vuole cogierne,le basi. Il secondo racconto "San Giuliano ’Ospitaliere" è una vicendad’impronta fiabesca,scorrevoledal puntodi vista inguistico ed essenzalmente semplice. Il terzo racconto infine, "Eriodade",è il più ingarbugliatodei tre,nel quale oltre ala ricostruzione storica,l’autore mescola e grandidescrizionidegli odori,dei colori edei corpi che si sfiorano;èdunque il più sensuale e fisicodei tre racconti. La ezioneda imparare eggendo questo ibro,è una sola: se si considera o scrivere come ad un piatto prelibato,non si possono non notare,gli ingredienti base,sceltidal’autore: a tecnica raffinatissima,l’eleganza,la belezza stlistica e a mËstriadelo scrivere.
"Tre racconti" in francese è "Trois contes". "Conte", francese, è certo "racconto" ma, ancor più, sta per "narrazione orale", noveladetta per fiato, fiabada focolaredomestico. Noi eggiamo ciò che è stato vergato ma, ciò che è stato vergato,dobbiamo ritenerlo una trascrizionedi ciò che viene sibilato accanto ad un fuoco, in ore notturne,da una voce, e una sola, che oracolaredispensa. Solo comprendendo questa naturadadiceria,da verbalità amorfa e primitiva potremo apprezzare quest’ultimo Flaubert che è essenza abbreviatadi tutto Flaubert:dela sua cadenza popolaresca,dela sua erudizione accennata,dela sua visionarità estetizzante. Solo comprendendo che a parola che eggiamo con gli occhi è voce che va ascoltata apprezzeremo ildato più nobiledi questo piccolo tomo: ’indotta visione. Cosa fa,d’altronde, a parola che "cunta" oralmente? Cercadi materializzare una visione,di farne apparizione improvvisa, spettrale avvenenza colorita e carnale. Accade anche con questo Flaubert che fa,del racconto, arte sublimedi far vedere a chi egge e persone e e cose. Si pensi a "Un cuore semplice", pezzo centraledela raccolta. Frasi eggere,d’una semplicitàdisarmante, impongono sempre qualcosa: a una che ilumina idorsidi buoi sdraiati in un prato,duedonne che passano tenendo al pettodue infanti, un toro che sbuffa caricando a muso basso e corna spianate; oppure una siepe, un porto, un caricodi cavali su un battelodestinato ala partenza; ancora: una piccola camera, un arsenaledi piccoli oggetti, una vampatad ricordi minuti. Non c’è momento, non c’è rigo, non c’è parola che non siadestinata a far vedere qualcuno, qualcosa, qualcuno che armeggia qualcosa. Si moltiplichi questa sensazione evidente per tre e si avrà il pieno valoredel’opera scrittada un Flaubert malaticcio, malconcio, già prossimo ala stanchezza e ala pena. Verranno, per ui, giornid’un buio funesto,d’un funesto nero ebbroso. Giorni in cui a visione apparirà, com’è giusto, un grandioso miraggio. Un miracolo splendido.