Cultura della razza e cultura letteraria nell'Italia del Novecento - 9788843051373

Cultura della razza e cultura letteraria nell'Italia del Novecento: La concezione dell'individuo come esponente di una "razza", cioè di una "essenza" sovraindividuale, è corrente nella cultura europea della prima metà del XX secolo. Scopo del presente volume è indagare l'impatto di questa "idea dell'uomo" sull'immaginario letterario, il ruolo che la letteratura ebbe nel diffonderla, la resistenza e più spesso la debolezza che la cultura letteraria e filosofica mostrò rispetto alla suggestione da essa esercitata. Le sezioni che compongono il libro ri-velano una partizione disciplinare (storia del pensiero filosofico, politico e scientifico; questioni linguistiche; produzione letteraria) a sua volta attraversata dal gioco dell'egemonia culturale, politica e sociale, poiché la nozione di "razza" è un pensiero forte, al cui centro è posta una soggettività egemone che prevede la relazione con l'"altro" come esercizio di potere. L'ultima sezione accoglie le testimonianze di tre scrittori (Primo Levi, Aldo Zargani e Lia Levi) perché la ragione di ogni indagine storica, così come la sua necessaria meta conoscitiva, sta nella ferita di concreti individui che la storia hanno vissuto. Questo volume vuole contribuire al rifiuto definitivo e radicale del concetto di "razza", e far emergere il nesso che sempre lega attività culturale e responsabilità politica.
The conception of the individual as a member of a "race", i.e. an individual dimension, "essence" is current in European culture from the first half of the 20th century. The purpose of this volume is to investigate the impact of this "idea of man" on the literary imagination, the role that literature was spread, endurance and most often the weakness showed that the culture literary and philosophical than the suggestion that it exercised. The sections that make up the book re-veil a partition specification (history of philosophical, scientific and political; language issues; literary production) in turn crossed cultural, political and social hegemony from the game, since the notion of "race" is a strong thought, the center of which is placed a hegemonic subjectivity that involves the relationship with the "other" as an exercise of power. The last section contains the testimonies of three writers (Primo Levi, Aldo Zargani and Lia Levi) because the reason for every historical investigation, as well as its necessary meta cognitive, lies in concrete injury individuals that history they lived. This book aims to contribute to the definitive and radical rejection of the concept of "race", and bring out the connection always binds cultural activity and political accountability.