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Il Mahabharata - 9788879846448
di Formichi C. (cur.) Pisani V. (cur.) edito da Luni Editrice, 2019
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il Mahabharata
- Autori : Formichi C. (cur.) Pisani V. (cur.)
- Editore: Luni Editrice
- Collana: Tradizioni
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: altre religioni. religione comparata
- Pagine: 1440
- Curatore: Formichi C.; Pisani V.
- Traduttore: Kerbaker M.
- ISBN-10: 8879846442
- ISBN-13: 9788879846448
Il Mahabharata: Composto fra la seconda metà del II secolo a.C. e l'anno zero, il Mahabharata, "Il grande (poema) dei discendenti di Bharata", è fra le opere capitali della letteratura d'ogni tempo e paese. Dentro la vicenda epica che ne costituisce l'ossatura, che occupa la metà circa dell'opera, sono intrise altre vicende mitiche ed epiche secondarie, genealogie divine e umane, novelle, ma soprattutto trattazioni teologiche, filosofiche, etiche, geografiche, scientifiche ante litteram e perfino frammenti di enigmistica. Ed è esattamente proprio questo assetto che al gusto attuale ne fa un capolavoro unico. Il centro della riflessione sfaccettata che vi si sviluppa è il dharma, la "legge sacra" o l'"ordine sociocosmico". L'opera si autodichiara sorgente di luce spirituale - con al centro la Bhagavadgita, "Il canto del Signore", che si può considerare il Vangelo di centinaia di milioni di hindu -, proseguimento della rivelazione sacra e fonte di autorità in ogni campo. Una strofe molto famosa, collocata al principio e alla fine del Mahabharata proclama che quello che nel poema si trova riguardo al dharma e ai fini dell'esistenza si può anche trovare altrove, ma quello che lì non si trova non c'è da nessuna parte. In altre parole: l'opera racchiude e dischiude in ogni aspetto e dimensione la sacra legge eterna. Il lavoro di Kerbaker, riveduto dai suoi successori, offre al lettore oltre un sesto del poema. La scelta per la versione dell'ottava ariostesca è naturalmente intonata al metro usato per l'epica nella grande tradizione italiana. Al lettore contemporaneo le strofe kerbakeriane, molto
Composed between the second half of the 2nd century BC and the year zero, the Mahabharata, "The Great (poem) of the descendants of Bharata", is among the capital works of literature of all time and country. Inside the epic story that constitutes the skeleton, which occupies about half of the work, are imbued other mythical and secondary epic events, divine and human genealogies, novels, but above all theological, philosophical, ethical, geographical, scientific ante litteram and even fragments of puzzle. And it is precisely this set-up that makes it a unique masterpiece to the current taste. The center of the multifaceted reflection that develops there is the dharma, the "sacred law" or the "sociocosmic order". The work declares itself a source of spiritual light - with bhagavadgita at its center, "The Song of the Lord," which can be considered the Gospel of hundreds of millions of Hindus - a continuation of sacred revelation and a source of authority in every field. A very famous verse, placed at the beginning and end of Mah?bh?rata proclaims that what in the poem is found about the dharma and for the purposes of existence can also be found elsewhere, but what is not there is nowhere. In other words: the work encloses and opens up in every aspect and dimension the sacred eternal law. Kerbaker's work, reviewed by his successors, offers the reader more than a sixth of the poem. The choice for the version of the eighth ariostesca is of course in tune to the meter used for the epic in the great Italian tradition. To the contemporary reader the kerbakerian verses, very
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