Umanità in trincea. Voci di giustizia da una Grande Guerra senza pace - 9788834340165

Umanità in trincea. Voci di giustizia da una Grande Guerra senza pace: La trincea, con «la sua nervosa ossessione di ciò che sta tramando 'l'altra parte'», si è insediata nelle mentalità con la Grande guerra e getta l'ombra delle sue paranoie fino al nostro presente, fissando «un modello di moderna polarizzazione politica, sociale, artistica e psicologica». Pur lontane dal fango e dal sangue, 'trincee' furono anche quelle allestite a Versailles, perché sui tavoli diplomatici del 1919 non si fece che perpetuare lo stesso 'spirito del 1914' da cui l'immane conflagrazione aveva tratto origine e che avrebbe generato sempre nuove catastrofi. L'infinita catena delle rivalse, il 'patriottismo difensivo' e punitivo, la tendenza a 'schivare il concreto', l'avidità e le idee di superiorità razziale occultate sotto la coltre retorica di grandi ideali continuarono a incombere sull'Europa e sul mondo. I conflitti e le spinte disgregatrici dei nostri giorni ne portano i cupi segni. Segni di un'ingiustizia originaria e radicale, che è già manifesta - come insegna l'esperienza professionale degli autori, tre penalisti - nell'ansia di restituire il torto e di pervenire a qualche 'soluzione finale' criminalizzando e annientando gli elementi di disturbo. Il libro esplora lo 'spiritualmente tipico' di quelle vicende, da Sarajevo fino a oggi, raccogliendo sia dalle memorie dei dimenticati della guerra sia dalla grande letteratura mitteleuropea (Musil, Canetti, Kraus, Roth, Trakl) e italiana (Gadda, D'Annunzio, De Roberto, Serra, Slataper, Stuparich, Svevo, Lussu, Saba, Marin, Ungaretti), parole espressive di una giustizia che si invera, come scrisse Piero Calamand
The trench, with "her nervous obsession with what is plotting 'the other side'", has settled into the mentalities with the Great War and casts the shadow of her paranoia to our present, staring at "a model of modern political, social polarization, artistic ally and psychologically." Although far from the mud and blood, 'trenches' were also those set up at Versailles, because on the diplomatic tables of 1919 only perpetuated the same 'spirit of 1914' from which the immense conflagration had originated and that would generate always new Disasters. The endless chain of rivalry, the 'defensive patriotism' and punitive, the tendency to 'dodge the concrete', greed and ideas of racial superiority concealed under the rhetorical blanket of great ideals continued to loom over Europe and the world. The conflicts and disintegrating impulses of our day bear the gloomy signs of this. Signs of an original and radical injustice, which is already evident - as the professional experience of the authors, three criminalists - teaches in the anxiety of returning the wrong and coming to some 'final solution' by criminalizing and annihilating the elements of Disorder. The book explores the 'spiritually typical' of those events, from Sarajevo to the present day, collecting both from the memories of the forgotten of the war and from the great Central European literature (Musil, Canetti, Kraus, Roth, Trakl) and Italian (Gadda, D'Annunzio, De Roberto, Serra, Slataper, Stuparich, Svevo, Lussu, Saba, Marin, Ungaretti), expressive words of a justice that is invective, as Piero Calamand wrote