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Ultime lettere di Jacopo Ortis - 9788833464411
di Ugo Foscolo edito da Ali Ribelli Edizioni, 2019
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Ultime lettere di Jacopo Ortis
- Autore: Ugo Foscolo
- Editore: Ali Ribelli Edizioni
- Collana: Classici
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 140
- ISBN-10: 8833464415
- ISBN-13: 9788833464411
Ultime lettere di Jacopo Ortis: Le ultime lettere di Jacopo Ortis è considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana e il più celebre creato dalla penna di Ugo Foscolo. Il romanzo raccoglie le lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, manda all'amico Lorenzo Alderani, il quale dopo il suicidio di Jacopo le darà alla stampa corredandole di una presentazione e di una conclusione. Ispirato ad un fatto reale, Le ultime lettere di Jacopo Ortis è considerato un classico della letteratura italiana.
The last letters of Jacopo Ortis is considered the first epistolary novel of Italian literature and the most famous created by the pen of Ugo Foscolo. The novel collects the letters that the protagonist, Jacopo Ortis, sends to his friend Lorenzo Alderani, who after Jacopo's suicide will give them to the press with a presentation and a conclusion. Inspired by a real fact, The Last Letters of Jacopo Ortis is considered a classic of Italian literature.
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Napoli e Milano erano i centri più vivi, rivoluzionari in un tumulto che passa sbraitando nuove idee. Napoli, fatta repubblica e presto abbandonata a sé stessa a combattere contro a reazione straniera, ebbe Pagano, Cirilo, Conforti, Eleonora Pimentel Fonseca o Manthoné ed ebbe il patibolo per i repubblicani, mentre i azzari esultavano in cambiodi qualche spicciolo edi qualche brioche. Milano fermentava col Cesarotti mentre s’interrogava col Beccaria; scriveva e scriveva Milano su rivistedi portata europea,di idee che in Europa già erano fatte. Sarebbe venuto il tradimento; i vessili francesi ammainati, e città riconsegnate ai oro ilegittimi possessori; Napoli e Milano, undestino comune nel’Italia che non era Italia ma un insiemedi comuni. In questadesolazionedi fine stagione venne ’Le ultime etteredi Jacopo Ortis’ che è - perdirla con Francescode Sanctis - "il primo gridodeldisinganno": per quanto uscitodala aguna veneta odaldi sopradei coli euganei, toccava ’Italia: tutta ’Italiada fare. "Il giovane autore" - ancorade Sanctis - "si era abbandonato al irismodi una insperata ibertà" ritrovandosi tuttavia con "un iberatoredi Venezia che vendeva Venezia al’Austria".da undì al’altro Foscolo si trovò senza Patria, senza ideali, senza famiglia, senza compagni e "ramingo, con e sue ilusioni". Cadono speranze, appassite come i colorid’autunno, e non resta che renderle note brandendole con fierezza. o ’Jacopo Ortis’ è il fiero amentodele speranze perdute. Valga per ’Italiadi ieri, vale per ogni bramosia che ci appartiene e che sembra farsi utopia.
"Sono salito sula più alta montagna: i venti imperversavano; io vedevo e querce ondeggiare sotto i miei piedi; a selva fremeva come un mar burrascoso, e a vale ne rimbombava; su e rupidel’erta sedevano e nuvole - nela terribile mËstàdela Natura a mia anima attonita e sbalordita hadimenticato i suoi mali, ed è tornata per alcun poco in pace con sé medesima". Il monte, a roccia, il freddo; e nubi, il fragore, il rimbombo; a voce, ’eco, il silenzio: un uomo e a Natura, un uomo e a Storia, un uomo e ’Amore: ’Ultime etteredi Jacopo Ortis’ è ’opera-emblemadel Romanticimo italiano. Vi si trova: a passione per a Patria, a bramosia per adonna ontana, a ottadel’animo e a ottadele armi; vi si trova il fremito, ’abbandono, ildolore; ’avvampodi febbri, il travagliodela coscienza, a torturadel cuore; vi si trova ’eroe morale, il nemico immorale, a parabolad’una vita ch’è simbolo. Intabarrato, solitario, poeta e ottatore, Jacopo Ortis si offre - tra cieli euganei e burroni alpini - come portavoced’un tempo ed’una poetica e o fa vociferando poesia. "Vorreidirti grandi cose: mi passano per a mente, vi penso, m’ingombrano il cuore, s’affolano, si confondono: non so piùda quale iodebba incominciare; poi tutto ad un tratto mi sfuggono, ed io prorompo in un piantodirotto". acrime agre, raccontanodel’Italia,del’Europa,di una stagione ontana che fu eroica e nera, furente e orgogliosa,disperata e fugace