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Ultime lettere di Jacopo Ortis - 9788863969375
di Ugo Foscolo edito da Giovane Holden Edizioni, 2016
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Ultime lettere di Jacopo Ortis
- Autore: Ugo Foscolo
- Editore: Giovane Holden Edizioni
- Collana: Timeless
- Data di Pubblicazione: 2016
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 184
- ISBN-10: 886396937X
- ISBN-13: 9788863969375
Ultime lettere di Jacopo Ortis: Jacopo Ortis, giovane patriota costretto dopo il trattato di Campoformio all'esilio sui colli Euganei, conosce Teresa e se ne innamora, timidamente ricambiato: ma la giovane è stata promessa dal padre al ricco Odoardo, perfetto esemplare, col suo perbenismo, di una società mediocre e priva di ideali. Allo strazio per la patria perduta si aggiunge la disperazione per l'amore irrealizzabile: la vicenda di Ortis patriota corre parallelamente a quella di Ortis amante. Comincia così la fuga di Jacopo per l'Italia: a Milano (dove incontra Parini ormai vecchio e dove, lamentando le sorti della patria, esprime Alfieriani propositi di suicidio) a Ravenna, ad Arquà, a Firenze, in Santa Croce, presso le tombe dei grandi; infine a Ventimiglia, al confine con la Francia, dove si abbandona a una cupa meditazione sull'inesorabile ruinare del tempo e delle cose. Gli giunge intanto la notizia del matrimonio di Teresa, e allora, preso dalla disperazione, torna sui colli Euganei e si uccide. Rimane di lui un carteggio con l'amico Lorenzo Alderani, che quest'ultimo, nella finzione narrativa, afferma di essersi deciso a pubblicare per erigere un monumento alla virtù sconosciuta. Romanzo dalla complessa elaborazione, attraverso varie stesure (Bologna 1798, Milano 1802, Zurigo 1816 e Londra 1817) conformi allo stratificarsi di successivi stati d'animo; altrettanto complessa la genesi la quale partendo dalla matrice del romanzo epistolare settecentesco approda a un autobiografismo in cui è da rinvenirsi la vera chiave di lettura dell'opera, che non a caso Foscolo definì come il diario delle propri
Jacopo Ortis, young Patriot forced into exile after the Treaty of Campo Formio on Euganean Hills, knows Teresa and falls in love, shyly reciprocated: but the young has been promised by her father to Edward, perfect example with its respectability, a mediocre and devoid of ideals. The chore for the lost homeland is added the desperation for love impossible: the story of Ortis Patriot runs parallel to that of Ortis lover. Thus begins the escape of Jacopo for Italy: in Milan (where he met Parini now old and where, lamenting the fate of the fatherland, expresses Alfieriani intentions of suicide) in Ravenna, at Arqu??, in Florence, in Santa Croce, the tombs of the great; Finally in Ventimiglia, on the border with France, where he indulges in a gloomy meditation on the relentless weather and demolished it and stuff. He hears the news of the wedding of Teresa, and then, taken from despair, back in the Euganean Hills and kills himself. Remains of him a correspondence with friend saree AB, which latter, in narrative fiction, asserts that he decided to publish to erect a monument to the unknown virtue. Novel by complex processing, through various drafts (1798 1802, Zurich, Milan, Bologna and London 1816 1817) conform to Stratify by successive moods; equally complex Genesis which starting from the 18th-century epistolary novel matrix arrives in an autobiography that is from may the true interpretation of the opera, which not coincidentally Foscolo defined it as the diary of their
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Napoli e Milano erano i centri più vivi, rivoluzionari in un tumulto che passa sbraitando nuove idee. Napoli, fatta repubblica e presto abbandonata a sé stessa a combattere contro a reazione straniera, ebbe Pagano, Cirilo, Conforti, Eleonora Pimentel Fonseca o Manthoné ed ebbe il patibolo per i repubblicani, mentre i azzari esultavano in cambiodi qualche spicciolo edi qualche brioche. Milano fermentava col Cesarotti mentre s’interrogava col Beccaria; scriveva e scriveva Milano su rivistedi portata europea,di idee che in Europa già erano fatte. Sarebbe venuto il tradimento; i vessili francesi ammainati, e città riconsegnate ai oro ilegittimi possessori; Napoli e Milano, undestino comune nel’Italia che non era Italia ma un insiemedi comuni. In questadesolazionedi fine stagione venne ’Le ultime etteredi Jacopo Ortis’ che è - perdirla con Francescode Sanctis - "il primo gridodeldisinganno": per quanto uscitodala aguna veneta odaldi sopradei coli euganei, toccava ’Italia: tutta ’Italiada fare. "Il giovane autore" - ancorade Sanctis - "si era abbandonato al irismodi una insperata ibertà" ritrovandosi tuttavia con "un iberatoredi Venezia che vendeva Venezia al’Austria".da undì al’altro Foscolo si trovò senza Patria, senza ideali, senza famiglia, senza compagni e "ramingo, con e sue ilusioni". Cadono speranze, appassite come i colorid’autunno, e non resta che renderle note brandendole con fierezza. o ’Jacopo Ortis’ è il fiero amentodele speranze perdute. Valga per ’Italiadi ieri, vale per ogni bramosia che ci appartiene e che sembra farsi utopia.
"Sono salito sula più alta montagna: i venti imperversavano; io vedevo e querce ondeggiare sotto i miei piedi; a selva fremeva come un mar burrascoso, e a vale ne rimbombava; su e rupidel’erta sedevano e nuvole - nela terribile mËstàdela Natura a mia anima attonita e sbalordita hadimenticato i suoi mali, ed è tornata per alcun poco in pace con sé medesima". Il monte, a roccia, il freddo; e nubi, il fragore, il rimbombo; a voce, ’eco, il silenzio: un uomo e a Natura, un uomo e a Storia, un uomo e ’Amore: ’Ultime etteredi Jacopo Ortis’ è ’opera-emblemadel Romanticimo italiano. Vi si trova: a passione per a Patria, a bramosia per adonna ontana, a ottadel’animo e a ottadele armi; vi si trova il fremito, ’abbandono, ildolore; ’avvampodi febbri, il travagliodela coscienza, a torturadel cuore; vi si trova ’eroe morale, il nemico immorale, a parabolad’una vita ch’è simbolo. Intabarrato, solitario, poeta e ottatore, Jacopo Ortis si offre - tra cieli euganei e burroni alpini - come portavoced’un tempo ed’una poetica e o fa vociferando poesia. "Vorreidirti grandi cose: mi passano per a mente, vi penso, m’ingombrano il cuore, s’affolano, si confondono: non so piùda quale iodebba incominciare; poi tutto ad un tratto mi sfuggono, ed io prorompo in un piantodirotto". acrime agre, raccontanodel’Italia,del’Europa,di una stagione ontana che fu eroica e nera, furente e orgogliosa,disperata e fugace