Enzo Mari. O della qualità politica dell'oggetto (1953-1973) - 9788874902392

Enzo Mari. O della qualità politica dell'oggetto (1953-1973): Enzo Mari (Cerano 1932) è uno degli artisti che si sono interrogati con maggiore continuità e rigore sui rapporti tra arte e industria. Una riflessione condotta nel vivo della progettazione di oggetti funzionali, veri classici del design internazionale, e della realizzazione di modelli di ricerca estetica pura, che ha la sua fioritura durante la breve stagione dell'arte cinetico-programmata, di cui è uno dei protagonisti. Il livello pratico-operativo è sempre intrecciato a quello ideologico e politico, per cui il suo lavoro può essere inteso come una verifica incessante del posizionamento dell'operatore estetico nell'ambito della società industriale avanzata. Questo saggio analizza a fondo i diversi piani su cui si dispiega la sua attività, anche quelli sovente dimenticati a favore della più comune celebrazione della carriera di designer. Attraverso Mari si potrà individuare la specificità dell'arte in una certa 'qualità politica', intesa come qualità di linguaggio e capacità di iscrivere l'economia di produzione e le ragioni ideologiche del lavoro nella forma finale degli oggetti. Da questa prospettiva la sua opera, tra i primi anni Cinquanta ai primi anni Settanta, è la rappresentazione cristallina di un sorprendente spostamento del baricentro teorico ed estetico dal dettato tradizionale del 'form follows function' a un'idea corrispondente piuttosto a un 'form follows process'.
Enzo Mari (Cerano 1932) is one of the artists who have questioned with greater continuity and rigour the relationship between art and industry. A reflection conducted in the heart of the design of functional objects, true classics of international design, and the realization of models of pure aesthetic research, which has its flowering during the short season of kinetic-programmed art, of which it is one of the protagonists. The practical-operational level is always intertwined with the ideological and political level, so his work can be understood as an incessant verification of the positioning of the aesthetic operator within the advanced industrial society. This essay thoroughly analyses the different plans on which his business unfolds, even those often forgotten in favor of the most common celebration of the career of designers. Through Mari it will be possible to identify the specificity of art in a certain 'political quality', understood as the quality of language and the ability to inscribe the production economy and the ideological reasons of work in the final form of objects. From this perspective his work, between the early fifties and the early seventies, is the crystalline representation of a surprising shift of the theoretical and aesthetic center of gravity from the traditional dictum of the 'form follows function' to a corresponding idea rather than a 'form follows process'.