Tortura. Storia dell'occupazione nazista e della guerra civile (1943-45) - 9788804685890

Tortura. Storia dell'occupazione nazista e della guerra civile (1943-45): Nei venti mesi intercorsi tra l'armistizio dell'8 settembre 1943 e la fine dell'aprile 1945, occupazione tedesca e guerra civile determinano spirali di violenze e crimini orribili. Nella Repubblica di Salò gli apparati di repressione dell'antifascismo praticano la tortura per strappare informazioni, provocare sofferenze, umiliare il nemico. Nello scontro totale, il valore della vita si degrada fino a perdere di significato. Tortura racconta la «guerra sporca» dei reparti collaborazionisti, che li induce a commettere - nelle prigioni di via Tasso a Roma come nel carcere di San Vittore a Milano - sevizie di ogni genere: somministrazione di scariche elettriche, waterboarding, bruciature dei genitali, simulazioni di fucilazione. In celle buie e sovraffollate c'è chi, con lo sguardo allucinato, il viso macilento e la coscienza annebbiata, si riconosce a stento nello specchio. E chi, giunto alle soglie della pazzia, pensa al suicidio come gesto di estrema e lucida disperazione. Molte donne, poi, rimangono vittime di stupri o sevizie sessuali. Di questo inferno - che il Pasolini di Salò reinterpretò con sinistro acume - Mimmo Franzinelli dà ora conto in pagine di drammatico spessore. Trascurato dalla storiografia italiana, il fenomeno della tortura è caratterizzato da vari luoghi comuni: per esempio che la grande maggioranza degli inquisiti tacesse durante gli interrogatori o che le sevizie fossero poco utili sul piano operativo. L'approfondita analisi della situazione dimostra che non è così. Tra chi riuscì a tacere, nonostante disumani tormenti, ci sono due tra i più stretti col
In the twenty months between the armistice of 8 September 1943 and the end of April 1945, the German occupation and civil war led to spirals of violence and horrific crimes. In the Republic of Salò, the apparatus of repression of anti-fascism practices torture to extract information, cause suffering, humiliate the enemy. In total confrontation, the value of life degrades to the point of loss of meaning. Torture tells of the "dirty war" of the collaborationist departments, which leads them to commit - in the prisons of Via Tasso in Rome as in the prison of San Vittore in Milan - all kinds of services: administration of electric shocks, waterboarding, burns of the genitals, firing simulations. In dark and overcrowded cells there are those who, with their hallucinatory eyes, a meager face and a clouded conscience, barely recognize themselves in the mirror. And those who, coming to the fore of madness, think of suicide as a gesture of extreme and lucid despair. Many women, then, remain victims of rape or sexual abuse. Of this hell - which the Pasolini of Salò reinterpreted with sinister acumen - Mimmo Franzinelli now gives account in pages of dramatic thickness. Neglected by Italian historiography, the phenomenon of torture is characterized by various clichés: for example, that the vast majority of the investigators were silent during interrogations or that the services were not useful operationally. The in-depth analysis of the situation shows that this is not the case. Among those who managed to remain silent, despite inhuman torments, there are two of the closest