Lame. Rame + lime seguite da Quarantena e Versi rispersi - 9788898038992

Lame. Rame + lime seguite da Quarantena e Versi rispersi: Riproponendo le sue prime raccolte, Rame del 1984 e Lime del 1995, questo volume è un'"edizione critica d'autore" ma insieme, annota Giancarlo Alfano, un libro nuovo di quello che è il maggior poeta della sua generazione. Collocandosi al di qua delle forme fluide dell'ultimo Rimi, infatti, Lame è anzitutto l'impressionante archivio di quella maniera neometrica che, tra gli altri, fu appunto Gabriele Frasca a introdurre, al principio degli anni Ottanta, nella nostra poesia. A posteriori, tuttavia, pure quelle torturanti gabbie sintattiche, ispirate al "fermo volere" di Arnaut Daniel, si animano di un movimento perturbante. Quei sonetti frantumati e quelle sestine moltiplicate - cui demandammo, in catacumbas, la nostra educazione o diseducazione intellettuale e sentimentale - vanno ora a comporre una storia. Ancora più forte appare così, a distanza, la "stravolta ipernovità" di quel rigore formale che era, piuttosto, stoica divisa etica e, insieme, stimmate d'un orizzonte collettivo che ci appare, oggi, nient'altro che il nostro. Dove m'hanno condotto le vecchie parole, s'intitola la prima "canzone" di Quarantena. È da sempre questa la postura di chi calchi e ricalchi stampi della tradizione - dai provenzali a Beckett, come ricostruisce Riccardo Donati, passando per Dante e gli amati barocchi - che, come solchi d'un vecchio vinile, a forza di riascoltarli acquistano una misteriosa virtù allucinatoria. Postfazioni di Giancarlo Alfano e Riccardo Donati.
Presenting his first collections, 1984 and 1995 files copper, this volume is a "critical Edition" but together, writes a new book of Giancarlo Alfano, what is the greatest poet of his generation. Being on this side of the fluid forms of the last Rimi, in fact, Lame is first and foremost the impressive archive of that neometrica that, among others, Gabriele Frasca was precisely to introduce, at the beginning of the eighties, in our poetry. In retrospect, however, even torturing syntactical cages, inspired by the "firm will" of Arnaut Daniel, come alive with an uncanny movement. Those sonnets crushed and those sextuplets multiplied-which demandammo, miseducation, our education or intellectual catacumbas and sentimental-go now to compose a story. Even stronger looks like, from a distance, the "twisted ipernovit??" of that formal rigor that was rather stoical divided ethics and, together, the stigmata of a collective horizon that seems today, nothing more than ours. Where they conducted the old words, it's called the first "song" of quarantine. This has always been the posture of those casts and tracings of tradition-by Provence in Beckett, as rebuilds Riccardo Donati, via Dante and the beloved Baroque-that as furrows of an old vinyl, we hear them buy a mysterious virtues hallucinatory. Giancarlo afterwords Alfano and Riccardo Donati.