Le lune nere - 9788842832935

Le lune nere: Osceno, truculento, eretico, provocatorio fino all'eccesso. Lucio Fulci è ricordato come il padre dell'horror all'italiana degli anni settanta e ottanta. Il maestro dell'orrore grondante sangue e violenza, il "terrorista dei generi": per un'intera carriera tentò di dettarne le regole, facendoli deflagrare ogni volta. "Le lune nere" sono i racconti autografi che hanno dato materia narrativa al cinema visionario del regista romano. E che riflettono appieno il suo stile espressivo: la lingua ruvida, ridotta all'osso, e le trame essenziali, volutamente incoerenti e disturbanti, sono al servizio della paura, amplificatori dell'orrore. In "Porte del nulla" - divenuto poi un film - un automobilista è ossessionato da un carro funebre che gli ostacola continuamente il passaggio: scoprirà di avere con il feretro legami molto più stretti di quanto non pensi. Nei "Testimoni", Carla rimane sola in un albergo sul lungolago, dove gli specchi riflettono omicidi del passato. E poi corpi fatti a pezzi, neonati sadici, morti che tornano tra i vivi: il repertorio classico del genere è qui presente, vivo, vegeto e sanguinante. Nelle "Lune nere" è feroce la critica di Fulci alla società dei consumi: in "Buoni sentimenti", la piccola Margaret, telespettatrice dipendente dai cartoni animati, diviene preda di incubi notturni generati da nonne-lupo e lugubri casette di marzapane, con esiti spaventosi: in "Trio", protagonista è una donna innamorata di una star delle soap opera...
Obscene, truculent, heretical, provocative to excess. Lucio Fulci is remembered as the father of Italian horror of the seventies and eighties. The master of horror dripping blood and violence, the "terrorist of genders": for an entire career he tried to dictate the rules, making them explode every time. "Le lune nere" are the autograph stories that have given narrative material to the visionary cinema of the Roman director. And that fully reflect his expressive style: the rough language, reduced to the bone, and the essential plots, deliberately incoherent and disturbing, are at the service of fear, amplifiers of horror. In "Doors of Nowhere" - which later became a film - a motorist is obsessed with a hearse that constantly hinders his passage: he will discover that he has much closer ties with the coffin than he thinks. In "Witnesses", Carla is left alone in a lakefront hotel, where mirrors reflect murders from the past. And then bodies torn to pieces, sadistic babies, dead who return among the living: the classical repertoire of the genre is present here, alive, well and bleeding. In "Black Moons" Fulci's criticism of consumer society is fierce: in "Good feelings", little Margaret, a viewer addicted to cartoons, becomes prey to nightmares generated by grandmothers-wolves and gloomy marzipan houses, with frightening results: in "Trio", the protagonist is a woman in love with a soap opera star ...