Feticci. Letteratura, cinema, arti visive - 9788815234490

Ventagli, scarpe, bicchieridi vetro e piccole sferedi plastica con finta neve nel centro, paleda basebal, piatti con incisionidi figure animali, guantid’ogni stoffa e colore, piccole borsettedala sagoma rettangolare, ibri,documenti storici, fumetti mai etti e che mai verranno sfogliati,dischi in vinile,diari trascrittida qualcuno che non si è mai conosciuto. Si potrebbe continuare al’infinito giacché al’infinito (l’infinito finitodela vitadi un uomo) continua ’accumulazione specifica, a fissazioned’acquistodel feticista. Massimo Fusilo ne fa campionario ovvero trascrive un campionariodei campionari possibili realizzati e/o raccontatida arte, cinema, teatro, etteratura. Ossessione pratica come ricerca, accumulazione come "sapere anti-gerarchico", casualità come sola forma apparentedi una monomaniaca teoria affettiva: il feticismo raccontatoda Fusilo è ’attod’amore, reiterato per forma compulsiva, verso "il mondo inanimatodele cose" ed è valutazione, scelta, coerente confermadi un affetto. Ciò che più colpisce di questo saggio - che è analisi, esegeri, riletturad’un comportamento non più considerato come patologico bensì come seduzione "emancipatrice" - è a sua forma pluridisciplinare: si vada Flaubert a Pamuk,da Gauguin a Picasso,dadeLilo ad Hirst,dal romanzo realistadel primo Ottocento francese ale mostredi catasti artistici avvenute ai primiduemila: un eccitato (ed eccitante)dispensadi cose, ninnoli e oggetti s’accumula in pagina alimentando e occupando a percezionedel ettore. Ossessione consumistica o gioiosa mostradi sè attraverso rimandi in accumulo?