La questione indiana. Da Colombo al terzo millennio - 9788862883443

La questione indiana. Da Colombo al terzo millennio: Da Cristoforo Colombo al generale William T. Sherman, da Cape Cod alla conquista dell'oceano Pacifico, nessuno potè impedire che si compisse il "destino manifesto" che Dio in persona sembrava aver riservato agli uomini bianchi, i was'ichu, i "ladri di grasso". Da est a ovest, da sud a nord, chiunque si fosse trovato sul loro cammino avrebbe dovuto trasferirsi altrove, e chiunque si fosse opposto avrebbe dovuto essere eliminato. Per i popoli nordamericani lo scontro con la schiacciante superiorità tecnologica degli europei e dei loro discendenti fu disastroso, e ancor di più lo furono le malattie portate dai bianchi, fino ad allora sconosciute nel Nuovo Mondo. A nulla valsero gli atti eroici, le resistenze accanite, la diplomazia e la saggezza dei capi tribali; alla fine del XIX secolo il drammatico declino demografico delle tribù superstiti e le disperate condizioni di vita nelle riserve fecero supporre, ai vittoriosi discendenti degli immigrati europei, di essersi finalmente liberati dall'ingombrante presenza di quei popoli "selvaggi e sanguinari". Oggi, dopo più di cinquecento anni dall'inizio della conquista e oltre un secolo dall'ultimo grande massacro d'indiani, che a Wounded Knee segnò la fine del sogno di libertà dei popoli indigeni nordamericani, loro, i Native Americans, sono ancora fra noi e continuano a rivendicare le terre rubate e la propria dignità di popoli sovrani.
By Christopher Columbus to General William t. Sherman, from Cape Cod to the conquest of the Pacific Ocean, no one could stop it was the "manifest destiny" that God himself seems to have reserved for white men, i was ' ichu, the "thieves of fat". From East to West, from South to North, anyone who had found their path would have to move elsewhere, and anyone who had opposed should have been deleted. For North American peoples the collision with the overwhelming technological superiority of Europeans and their descendants was disastrous, and even more so were the diseases brought by whites, hitherto unknown in the new world. Nothing earned him the heroic deeds, fierce resistance, diplomacy and wisdom of tribal leaders; at the end of the 19th century the dramatic demographic decline of the survivors and the desperate living conditions in the reserves did surmise, the victorious European descendants of immigrants, he finally freed from the cumbersome presence of those people "savage and bloody". Today, after more than five hundred years after the beginning of the conquest and over a century since the last great massacre of Indians at Wounded Knee, which marked the end of the dream of freedom of indigenous North Americans, the Native Americans, are still with us and continue to claim the stolen lands and their dignity as sovereign peoples.