Le insidie del linguaggio giuridico. Saggio sulle metafore nel diritto - 9788815137562

Le insidie del linguaggio giuridico. Saggio sulle metafore nel diritto: Nella sua lunga esperienza di giurista, più volte Francesco Galgano si è imbattuto in figure del linguaggio giuridico, a volte corrispondenti a categorie centrali del diritto, che si sono rivelate null'altro che metafore. La metafora del resto è presente in ogni forma di comunicazione linguistica, e quindi anche in quel linguaggio precettivo che è il linguaggio del diritto. Rappresenta la realtà in modo figurato, facendo di una similitudine una identità, del "ome se" un "è". La si può definire, con Dante, "veritade ascosa sotto bella menzogna". In genere, è innocua: nessuno prende per vero ciò che è vero solo per felice artificio verbale. Ma può essere insidiosa: quando, come accade nel linguaggio giuridico, dà ad entità astratte il nome di una cosa del mondo sensibile, sfuggendo così al controllo del senso comune. Si rischia allora di prendere sul serio la metafora, di scambiarla per realtà. Né si deve cedere, come pure avviene, ad una opposta tentazione e, una volta svelata la natura metaforica di un concetto, bandirlo dal linguaggio. Le metafore sono, assai spesso, efficaci sintesi verbali, riassuntive di complessi discorsi, altrimenti non esprimibili se non con laboriose circonlocuzioni. Il punto è che da questa "veritade ascosa", una volta individuata, sarà legittimo trarre conclusioni, non dalla "bella menzogna" che la riassume.
In his long experience as a lawyer, Francesco Galgano repeatedly came across figures of legal language, sometimes corresponding to the central categories of law, which proved to be nothing more than metaphors. The metaphor of the remainder is present in every form of linguistic communication, and therefore also in the regulatory language which is the language of the law. Represents the reality so figured, making a simile an identity, "as if" a "is". It can be defined, with Dante, "enthusiasm of a hidden under beautiful lie". Generally, is harmless: nobody takes for real what is true only for happy verbal artifice. But it can be tricky: when, as happens in legal language, gives abstract entities named after something sensible world, escaping so the control of common sense. You are likely then to take seriously the metaphor, to mistake it for reality. Nor should yield, as well as the opposite is the case, for a temptation and once metaphorical nature of a concept unveiled, banish him from the language. Metaphors are, very often, effective verbal synthesis, complex summary speeches, not otherwise expressible with laborious circumlocution. The point is that this "enthusiasm of a hidden" once, it will be legitimate to draw conclusions, not from "beautiful lie" that sums it up.