Memoria delle mie puttane tristi - 9788804557890

unodi quei ibri così beli che si egge in pochissimo tempo, spesso mi ritrovo a pensare a alcuni passi o frasi che sono impresse nela mia memoria. un invito a non essere schiavidela materialità e arrivare ala vecchiaiada vuoti

Pedofilo! È stata a prima cosa che ho pensatodopo aver etto a quartadi copertinadi questo ibro. Poi ho riflettuto, e ho concluso che se ’aveva scritto Gabriel Garcia Marquez, mi sbagliavo: era ovvio. Provoca comunque uno strano effetto eggere che un vecchio, per il suo 90° compleanno,decidedi regalarsi – comprarsi – una notte con una ragazzadi 14 anni, una bambina, vergine. ’unica esperienza che non abbia ancora provato, ui cheda piùdi 70 anni vive scrivendo sul giornaledel pËse e amando a pagamento. Ed è un peccato scoprire così tardi un piacere insperato nel solo guardare qualcuno chedorme, accarezzarlo e sdraiarsi, accanto a ei; arrabbiarsi come mai quando ci si crede traditi e arrossire per il proprio amore segreto, raccontato come una favola senza tempo. È una caratteristicadi Marquez,d’altronde, ricreare un mondo che sembra sospeso in una bola autosufficiente: è un pregio, perché tutta ’attenzione – edi più - si concentra sui personaggi, che vivono e muoiono nele sue pagine. Succede, per esempio, in Cent’annidi solitudine o in Cronacadi una morte annunciata, e anche in Memoriadele mie puttane tristi,dove i ricordi che costriuiscono a storiadel vecchio emergono a sprazzi nel presente, vivi come se stessero accadendodi nuovo in quel momento. Per quanto tempo ancora, però? Se ademenza senile rispecchiasse un accessod’amore, improbabile e capacedi guidare un vecchio tranquilo ala sua tomba, sarebbe una meta su cui tutti scommetteremmo. Se però c’è un ibro a raccontarcela e iluderci…