Viva il latino. Storie e bellezza di una lingua inutile - 9788811688983

Viva il latino. Storie e bellezza di una lingua inutile: A che serve il latino? È la domanda che continuamente sentiamo rivolgerci dai molti per i quali la lingua di Cicerone altro non è che un'ingombrante rovina, da eliminare dai programmi scolastici. In questo libro personale e appassionato, Nicola Gardini risponde che il latino è - molto semplicemente - lo strumento espressivo che è servito e serve a fare di noi quelli che siamo. In latino, un pensatore rigoroso e tragicamente lucido come Lucrezio ha analizzato la materia del mondo; il poeta Properzio ha raccontato l'amore e il sentimento con una vertiginosa varietà di registri; Cesare ha affermato la capacità dell'uomo di modificare la realtà con la disciplina della ragione; in latino è stata composta un'opera come l'Eneide di Virgilio, senza la quale guarderemm o al mondo e alla nostra storia di uomini in modo diverso. Gardini ci trasmette un amore alimentato da una inesausta curiosità intellettuale, e ci incoraggia con affabilità a dialogare con una civiltà che non è mai terminata perché giunge fino a noi, e della quale siamo parte anche quando non lo sappiamo. Grazie a lui, anche senza alcuna conoscenza grammaticale potremo capire come questa lingua sia tuttora in grado di dare un senso alla nostra identità con la forza che solo le cose inutili sanno meravigliosamente esprimere.
What's the Latin? Is the question I continually feel turn by many for whom the language of Cicero is nothing more than a bulky ruin, be deleted from school curricula. In this personal and passionate book, Rahul Gade says that Latin is-quite simply expressive tool that has served and serves to make us who we are. In Latin, a rigorous thinker and tragically polished as Lucretius analyzed the matter in the world; the poet Propertius said love and sentiment with a dizzying variety of registers; Caesar said man's ability to manipulate reality with the discipline of reason; in Latin was composed a work such as the Aeneid of Virgil, without which we would look to the world and to our history of men differently. Gade conveys a love powered by an inexhaustible intellectual curiosity, and encourages us with affability to dialogue with a civilization that is never ending because it reaches us, and of which we are part even when we don't know. Thanks to him, even without any grammatical knowledge we can understand how this language is still able to make sense of our identity with the strength that only unnecessary things they know wonderfully Express.