L'amentale. Arte, danza e ultrafilosofia - 9788898367429

L'amentale. Arte, danza e ultrafilosofia: Per Socrate filosofare era fare musica e per Platone un "pragma" ispirato dalle Muse. Per gli Stoici, la danza e l'arte dell'attore rappresentavano il modello più puro di saggezza, mentre per Plotino agire bellamente era il destino di ogni manifestazione del cosmo danzatore. La modernità umanistico-razionalistica - fatta eccezione per alcune isole quali Bruno, Spinoza e Nietzsche - ha intrapreso tutt'altra via, conformandosi all'idolo di una Mente astrattamente universalizzante e comunicante solo attraverso la trasmissione di messaggi/oggetto tra soggetti separati, ma del tutto incapace di fare mondo comune. I principali esiti sono: il "male filosofico" diagnosticato da un artista del '900 come Magritte e la condizione di "povertà  d'esperienza" denunciata da Benjamin nel 1933. Eppure uno degli ultimi maestri del pensiero come Derrida afferma che in ogni arte e nella stessa filosofia è sempre all'opera una danza. E il poeta Zanzotto era convinto che il poeta dovesse essere un performer capace di recitare e danzare la parola... Ma che cosa comporta far danzare il pensiero le parole? I movimenti di questo libro cercano affrontare il cuore detta questione, contaminando l'interrogazione della saggezza e sapienza dell'arte novecentesca e contemporanea con la vocazione musicale della filosofia attraverso l'elaborazione di alcuni motivi-guida: l'unità  dell'atto del la mescolanza di tutto in tutto con tutto; l'insopprimibile potere affettante delle immagini.
For Socrates philosophist was to make music and for Plato a "pragma" inspired by the Muses. For the Stoics, the dance and the art of the actor represented the purest model of wisdom, while for Plotino acting beautifully was the fate of every manifestation of the cosmos dancer. The humanistic-rationalmodernity - with the exception of some islands such as Bruno, Spinoza and Nietzsche - has taken a different path, conforming to the idol of an abstractly universalizing and communicating Mind only through the transmission of messages/object between separate subjects, but completely unable to make a common world. The main outcomes are: the "philosophical evil" diagnosed by a 20th-year-old artist like Magritte and the "poverty of experience" denounced by Benjamin in 1933. Yet one of the last masters of thought such as Derrida states that in every art and philosophy a dance is always at work. And the poet Zanzotto was convinced that the poet should be a performer capable of reciting and dancing the word... But what does it mean to make words dance? The movements of this book seek to address the heart of this question, contaminating the question of the wisdom and wisdom of twentieth-century and contemporary art with the musical vocation of philosophy through the elaboration of some guiding motifs: the unity of the act of mixing everything in everything with everything; the irrepressible slicing power of the images.