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Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del Medioevo - 9788864536149
di Marina Gazzini edito da Firenze University Press, 2017
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del Medioevo
- Autore: Marina Gazzini
- Editore: Firenze University Press
- Collana: Reti medievali. E-book. Monografie , Nr. 30
- Data di Pubblicazione: 2017
- Genere: storia d'europa
- Argomenti : Milano-Storia Medioevo Carceri
- Pagine: VI-212
- ISBN-10: 8864536140
- ISBN-13: 9788864536149
Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del Medioevo: Il volume affronta un tema non comune nella medievistica: la prigione e i suoi abitanti. Nel carcere medievale i prigionieri - incarcerati prima della sentenza, oppure rimasti "dentro" perché indebitati, socialmente pericolosi, riconosciuti colpevoli di un delitto - non erano abbandonati a loro stessi; delle loro esigenze si facevano carico le famiglie, la Chiesa, i laici devoti, gli stessi pubblici poteri. Nel caso di Milano il sistema carcerario e il rapporto tra carcerati, giustizia e misericordia assume sfumature peculiari. Le prigioni (anche private) sono numerose e disperse nella città: la più grande è un carcere-ospedale, che rinchiude certo, ma lascia intendere che è utile (per motivi economici) aiutare la sopravvivenza del reo e il suo ritorno in società. I milanesi del Quattrocento sono poi consci dei rischi di abbandonare i detenuti (uomini e donne) a una giustizia che, per i suoi costi, tutela solo i più forti. Ecco dunque i Protettori dei carcerati: utili non solo ai deboli rinchiusi in carcere, ma anche al dominus, che li sostiene. Interessato a porre rimedio agli eccessi del sistema, il duca è infatti anche (e forse soprattutto) desideroso di mostrarsi misericordioso, e in quanto tale superiore alla legge. Indagare la condizione dei carcerati si rivela dunque un modo per cogliere non solo le dinamiche di esclusione e di inclusione sociale pertinenti al controllo della devianza, ma anche i meccanismi di relazione tra governanti e governati nel tardo medioevo.
The volume addresses a topic uncommon in medieval studies: the prison and its inhabitants. Medieval prison prisoners--jailed before judgment, or were "inside" because indebted, socially dangerous, found guilty of a crime--were not left on their own; their needs were load families, the Church, lay devotees, the same authorities. In the case of Milan the prison system and the relationship between convicts, justice and mercy takes on peculiar nuances. The prisons (including private) are numerous and dispersed in the city: the largest is a prison-hospital, which contains some, but suggests that it is useful (for economic reasons) to help the survival of the offender and his return to society. The 15th century Milanese are aware of the risks of abandoning inmates (men and women) to a justice that, for its costs, protecting only the strongest. Here, then, are the Protectors of the inmates: useful not only to the weak, locked up in prison, but also to dominus, which supports them. Interested in remedying the excesses of the system, the Duke is even (and perhaps especially) eager to be merciful, and as such above the law. Investigate the condition of the inmates turns out to be a way to capture not only the dynamics of exclusion and social inclusion are relevant to the control of deviance, but also the mechanisms of relationship between rulers and ruled in the late Middle Ages.
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