Il tempo del serpente - 9788862760935

Il tempo del serpente: "Dalla penombra dell'abside, sullo sfondo di un coro nerastro, emerge al mio sguardo il crocifisso. Per un attimo, tutto mi si offusca; poi è di nuovo, definitivamente, chiaro. Al posto del Cristo, diffuso, a modo suo, lungo i quattro bracci della croce, sta inchiodato un serpente. Mi sembrava, e mi sembra tuttora, che la narrativa di stampo tradizionale, il racconto che va da A a B, ponendosi come exemplum di una visione del mondo e dell'uomo, ponesse uno schermo tra chi scrive e chi legge. A un certo punto, magari per colpa o grazie a certe letture particolarmente cattive, ho sentito che respingevo questo elemento intermedio. Per carità, non voglio tirare una riga su millenni di grande letteratura. Io amo la tradizione, l'antichità, e da essa provengo, anche come scrittore e saggista. E tuttavia sono un moderno. Non posso esprimermi con gli strumenti, i concetti, le immagini di chi è già morto. Devo essere al passo coi tempi." Con quest'opera Davide Ghezzo cerca di superare la forma classica per approdare ad altro. Certo, esiste una struttura portante, dal ricco simbolismo, che è però soprattutto occasione per riflessioni tra l'autobiografico e il critico.
"The Twilight of the apse, in the background of a black choir, emerges to my eyes the crucifix. For a moment, everything becomes blurred; then again, permanently, of course. Instead of Christ, spread, in its own way, along the four arms of the cross, getting nailed a snake. It seemed, and still seems to me that the traditional narrative, the tale that goes from A to B as exemplum of a vision of the world and of man, put a screen between the writer and the reader. At some point, perhaps to blame or thank some particularly bad readings, I heard that pushed back this intermediate element. For goodness sake, I don't want to pull a line on millennia of great literature. I love the tradition, antiquity, and from it I come, as a writer and essayist. And yet are a modern. I can't express myself with the tools, concepts, pictures of those already dead. I have to be in step with the times. " With this work David Galler tries to overcome the classic form to achieve more. Of course, there is a load-bearing structure, from the rich symbolism, but above all an occasion for reflections between the autobiographical and the critic.