Tempo di Dio, tempo dell'uomo. 46° incontro di Studiosi dell'antichità cristiana (Roma, 10-12 maggio 2018) - 9788897351283

Tempo di Dio, tempo dell'uomo. 46° incontro di Studiosi dell'antichità cristiana (Roma, 10-12 maggio 2018): Lo studioso del diritto tardoantico non si può esimere dal notare come il nuovo tempo dei romani, il tempo cristiano, trovasse uno spazio corposo, frutto di un'attenzione seria e con un uso ben calibrato a scopi politici, all'interno del primo corpus legum ufficiale pubblicato nell'anno 438, il Codice Teodosiano. Le cadenze, le ricorrenze, i ritmi e le frequenze delle parzialmente consolidate liturgie cultuali cristiane non sarebbero sfuggite all'interesse dei legislatori del IV secolo e a quello dei loro successori degli inizi del V. Esse sarebbero state presenti alla radice di molti provvedimenti normativi sia d'Oriente sia d'Occidente fin quasi a configurare una vera e propria "recezione formale" di questi "nuovi" appuntamenti, da parte dell'imperium, per la più efficace azione di governo. Il periodo concentrato, nonostante divergenze di calcolo tra le chiese, intorno al dies Paschae, il giorno del sole divenuto poi dies dominicus, il lungo tratto della Quaresima, la festa del Natale e quella dell'Epifania, trovando adeguata attenzione nel frequente operare legislativo rivelano la misura in cui l'impero, in modo accelerato a ridosso della celebre Cunctos populos (a. 380), sulla traccia delle scansioni liturgiche cristiane marcasse con decisione i propri tempi, e massime quelli del calendario giudiziario talora prementi sulla stabilità dell'ordine pubblico.
The scholar of late-antique law cannot be exempted from noting that the new time of the Romans, Christian time, found a full-bodied space, the result of serious attention and with a well calibrated use for political purposes, within the first official corpus legum published in the year 438, the Theodosian Code. The cadences, recurrences, rhythms and frequencies of the partially consolidated Christian cultural liturgies would not have escaped the interest of the legislators of the 4th century and that of their successors of the beginning of the V. They would have been present at the root of many regulatory measures from both the East and the West to the point of almost setting up a real "formal receicant" of these "new" appointments, by the imperium, for the most effective government action. The concentrated period, despite differences in calculation between the churches, around the dies Paschae, the day of the sun then became dies dominicus, the long stretch of Lent, the feast of Christmas and that of the Epiphany, finding adequate attention in the frequent Legislative work reveals the extent to which the empire, in an accelerated manner close to the famous Cunctos populos (a. 380), on the trace of the Christian liturgical scans marked its own times, and maximum those of the judicial calendar sometimes stability of public order.