Scritti - 9791254722220

Scritti: "Pur proseguendo senza tregua nella sua fatica di Sisifo in quell'atelier miserabile che era la tana da cui nemmeno il successo materiale progressivamente sopravvenuto mai lo allontanò, Alberto Giacometti non era comunque un taciturno. Non lo sentii forse dire una volta - con quell'humour ambiguo che gli era caratteristico e cui corrispondeva il suo sorriso di dolce cannibale - che gli sarebbe stato indifferente essere ridotto allo stato di uomo-tronco senza braccia né gambe purché lo si posasse sul caminetto dall'alto del quale avrebbe potuto continuare a discutere con gli amici nella stanza in cui si sarebbero trovati riuniti? Conversatore impenitente come altri sono ferventi giocatori di carte o di scacchi, Alberto Giacometti non era meno portato al soliloquio come testimoniano, redatte in quella lingua francese che ben più dell'italiano dialettale del suo cantone originario dei Grigioni va considerata la matrice del suo pensiero di uomo maturo, le note sparse in numerosi taccuini in cui le si trova gettate come per caso, senza che nulla possa far pensare a un diario che l'interessato avrebbe ritenuto utile tenere. La mente costantemente desta e la mano sempre attiva, Alberto Giacometti non smetteva mai di coprire di scarabocchi le cose più diverse che si trovavano alla sua portata: tovaglie di carta di ristoranti senza pretese, margini di libri della «Série noire», fino ai muri decrepiti del suo atelier. Come se avesse voluto vivificar tutto con il suo segno e non soltanto produrre per l'altrui sguardo atemporale immagini a tre o a sole due dimensioni. Oggi appollaiato
"Although he continued relentlessly in his Sisyphean effort in that miserable atelier that was the lair from which not even the material success that progressively came over ever drove him away, Alberto Giacometti was not a taciturn. Did I not once hear him say—with that ambiguous humour which was characteristic of him, and which corresponded to his sweet cannibalistic smile—that it would be indifferent to him to be reduced to the state of a trunk-man without arms or legs, provided he was placed on the fireplace, from the top of which he could continue to discuss with his friends in the room where they were to be assembled? An unrepentant conversationalist like other fervent card or chess players, Alberto Giacometti was no less inclined to soliloquy as evidenced, written in that French language that much more than the dialectal Italian of his native canton of Graubünden must be considered the matrix of his thought as a mature man, the notes scattered in numerous notebooks in which they are thrown as if by chance, without anything suggesting a diary that the interested party would have considered useful to keep. With his mind constantly awake and his hand always active, Alberto Giacometti never ceased to cover with scribbles the most diverse things that were within his reach: paper tablecloths from unpretentious restaurants, margins of books from the "Série noire", up to the decrepit walls of his atelier. As if he wanted to enliven everything with his sign and not just produce images in three or only two dimensions for the gaze of others. Perched today