I cantieri dello sperimentalismo. Wilcock, Manganelli, Gramigna e altro Novecento - 9788816411920

I cantieri dello sperimentalismo. Wilcock, Manganelli, Gramigna e altro Novecento: L'intreccio di voci qui adunate intorno all'idea di un cantiere dello sperimentalismo i cui contorni appaiono in continua ridefinizione trova in Juan Rodolfo Wilcock, Giorgio Manganelli e Giuliano Gramigna la misura di una visione sagace e spiazzante dell'arte e dei suoi processi. Ciascuno di loro organizza le proprie risorse tecniche in sintonia con i codici del rinnovamento riconducibili al fronte sperimentale e ai suoi maestri (da Joyce a Gombrowicz, da Beckett a Borges). Le poetiche della menzogna, della deformazione e del grottesco sono messe al servizio di una poderosa operazione di smantellamento dell'edificio letterario consegnatoci da una tradizione compromessa con vecchi schemi di rappresentazione e di elaborazione estetica. La destrutturazione dei generi e delle forme (caso esemplare la ripresa destabilizzante del giallo da parte di Malerba) investe con la sua libertà epistemologica gli assetti dell'ordinamento culturale novecentesco. Si è ritenuto quindi di affiancare alla prospettiva ravvicinata degli autori esaminati nella prima parte una trattazione di natura tematica: la deriva apocalittica imboccata dall'umanità negli anni Sessanta e Settanta offre infatti il risvolto sociologico delle pulsioni distruttive dei fautori del rinnovamento. Oltre la diroccata "barriera del naturalismo", prose disseminate e romanzi "disastrati" si configurano in moduli di marca sperimentale e metaromanzesca dispiegando la propria energia entro un sistema testuale...
The interweaving of voices here musters around the idea of a yard of experimentalism whose contours appear in constant redefinition is in Juan Rodolfo Wilcock, Giorgio Manganelli and Giuliano Gramigna sagacious and unsettling vision measurement of art and its processes. Each organizes its technical resources in harmony with the codes of the renovation related to the experimental front and its masters (from Joyce in Gombrowicz, Beckett to Borges). The poetics of lies, distortion and the grotesque are placed at the service of a powerful literary dismantling of the building operation delivered to us from a tradition compromised with old patterns of aesthetic representation and processing. The destructuring of kinds and forms (case in point shooting destabilizing of yellow by Malerba) invests with his freedom for sorting the modern cultural structures epistemological. It was considered so close to accompany the prospect of the authors examined in the first part a of a thematic nature: apocalyptic drifts taken by humanity in the 1960s and 1970s offers the destructive impulses of sociological proponents of renewal. Beyond the barrier of naturalism "thrown down, proses scattered and torn" novels "are configured in modules of experimental and metaromanzesca brand by deploying their own energy within a textual system ...