All'ordine del giorno è il terrore. I cattivi pensieri della democrazia - 9788842825111

All'ordine del giorno è il terrore. I cattivi pensieri della democrazia: Dacci oggi il terrore quotidiano. Il terrore che è il rovescio della democrazia, il suo doppio segreto e insostituibile, il suo miglior nemico. Perché nulla come il terrore genera asserti politici, suscita desideri, costruisce identità e immaginario. Guerriglieri, folli isolati e fanatici religiosi; regimi autoritari che praticano la violenza di Stato e regimi democratici che ordinano bombardamenti o torture; aerei dirottati, camion dirottati, spari all'impazzata nei luoghi pubblici: sono il metronomo del presente, la mitologia giornaliera di una specie che si nutre di simboli come quella umana. Eppure nessuno si definisce terrorista: il terrorismo è sempre la violenza dell'altro. Eppure nessuna definizione permette di carpire la natura del terrore, perché non bastano la morte o la paura a distinguerlo da altre forme di violenza, e non basta il suo intento prettamente comunicativo, se è vero che in ogni violenza politica la vittima è il messaggio. Al centro del terrore c'è un vuoto, pronto a ricevere da noi impotenza e paura, violenza e desiderio, per restituire immaginario, identità e fantasmi. In una parola: mito. La letteratura cala i personaggi in quel vuoto. Non spiega cos'è o come funziona: ci mostra cosa succede ad abitarlo. Non chiarisce com'è fatto il terrore ma ci permette di profanare la sua sacralità, di farne esperienza lasciandoci indossare i panni del mostro. È quello che fanno gli autori attorno a cui si snoda "All'ordine del giorno" è il terrore, da Artaud a Ballard, da Dostoevskij a Updike, da Sade a Ellroy. Attraverso i loro testi, Daniele Giglioli decost
Give us this day daily terror. The terror that is the reverse of democracy, its double secret and irreplaceable, his great enemy. Because nothing as terror raises political statements, arouses desires, build identity and imagination. Guerrillas, crazy blocks and religious fanatics; authoritarian regimes who practice violence and democratic regimes who order bombings or torture; airliners, hijacked trucks, firing wildly in public places: are the metronome of the present, the daily mythology of a species that feeds on symbols like the human one. Yet no one defines terrorist: terrorism is always the violence of others. Yet no definition allows you to grasp the nature of terror, because not enough death or fear to distinguish it from other forms of violence, and not just its purely communicative intent, while it is true that in every political violence the victim is the message. At the heart of terror there is a gap, ready to receive from us helplessness and fear, violence and desire, to return imaginary, identity and ghosts. In a word: myth. The cala literature characters in that void. It doesn't explain what it is or how it works: shows us what happens to inhabit it. Does not clarify what the terror but allows us to desecrate his Holiness, to experience leaving us step into the shoes of the monster. What do the authors around which winds "on the agenda" is the terror, from Artaud to Ballard, from Dostoevsky to Updike, from Sade to Ellroy. Through their lyrics, Daniele Giglioli decost