Il Dio degli increduli (Villon e Rabelais) - 9788876981845

Il Dio degli increduli (Villon e Rabelais): In questo piccolo libro, Étienne Gilson (1884-1978), filosofo cattolico neotomista si occupa di due autori apparentemente lontanissimi dal suo campo di indagine: François Villon, il poeta francese del Quattrocento autore della celeberrima Ballata degli impiccati, ladro, malfattore, bandito, per lo più ritenuto ateo; e François Rabelais, l'autore del Gargantua e Pantagruele, letto generalmente come pre-libertino, carnale, pagano e mondano, fastidito dalla teologia proprio a causa del suo passato di frate francescano. «Bisognerebbe mettersi nelle condizioni di comprendere i testi, prima di commentarli». Sulla base di questo principio, Gilson smonta queste immagini semplificate dimostrando la familiarità di Villon e Rabelais con la Bibbia, la patristica e il lessico filosofico medievale, il che dà ancora più forza alla posizione di eccentricità scelta dai due scrittori. Basta leggere il Gargantua, dice Gilson, grattare appena la superficie delle parole e delle locuzioni, per trovarvi la ripresa di luoghi biblici e teologici, così familiari all'orecchio dell'uomo medievale, da non poter sfuggire nemmeno al più distratto dei commentatori. È una lettura che fa giustizia di tanti facili alibi storiografici, come la "frammentazione postmoderna". Non ci sono frammenti se non dove non si ha voglia di raccoglierli: questa è la sostanza del monito di Gilson, a suo modo progressivo e, nel nostro tempo, anche costruttivamente eretico.
In this small book, ??tienne Gilson (1884-1978), Catholic philosopher Thomistic deals with two authors apparently far away from his field of investigation: Fran??ois Villon, French poet of the fifteenth century, author of the famous Ballata degli impiccati, thief, malefactor, outlaw, mostly considered an atheist; and Fran??ois Rabelais, the author of Gargantua and Pantagruel, bed generally as pre-libertine, carnal, Pagan and mundane, his abrasive from theology because of his past as a Franciscan Friar. ??We should choose the load conditions to understand the texts, before commenting on them. " Based on this principle, Gilson debunks these simplified images demonstrating familiarity of Villon and Rabelais with Bible, patristic and medieval philosophical lexicon, which gives even more strength to the position of eccentricity of choice of the two writers. Just read the Gargantua, says Gilson, scratch the surface of the words and phrases, biblical and theological shooting find attractions, so familiar to the ear of the medieval man cannot escape even the most absent-minded of commentators. And a reading that does justice to the many easy historiographic alibi, as the "postmodern fragmentation." There are pieces if not where you do not want to collect them: this is the substance of the admonition of Gilson, progressive and in his own way, in our time, even constructively heretic.