Dialogo tra nuvole. Di immagini e parole. Antonello, Baudelaire, Courbet, Moreau - 9788894320855

Dialogo tra nuvole. Di immagini e parole. Antonello, Baudelaire, Courbet, Moreau: Libro saggistico/didattico illustrato incentrato sull'arte e la letteratura europea del XIX secolo (nello specifico, dedicata alle opere di Antonello da Messina, Gustave Moreau e Gustave Courbet e all'operato di Charles Baudelaire). L'Annunciata e il Salvator Mundi di Antonello come opere in linea con i carismi che l'iconografia bizantina esige dall'arte sacra come epifania del divino; la Salomè di Moreau, in cui letteratura e pittura si intrecciano e sovrappongono in un mito che mescola sacro e (soprattutto) profano: infine, la sotterranea antinomia fra Courbet, il primo relativista culturale della storia della pittura e Baudelaire, l'Antimodermo. La formula, che suona effettistica, intende offrire, più che un elemento di suggestione retorica, uno schema di interpretazione che non si esaurisce nel rapporto fra il pittore e il poeta, perché assume il senso di un conflitto interno a un non possiamo non dirci moderni che fa da titolo di apertura alla post-modernità.
Illustrated non-fiction/didactic book focused on nineteenth-century European art and literature (specifically, dedicated to the works of Antonello da Messina, Gustave Moreau and Gustave Courbet and the work of Charles Baudelaire). Antonello's Annunciata and Salvator Mundi as works in line with the charisms that Byzantine iconography demands from sacred art as an epiphany of the divine; Moreau's Salome, in which literature and painting intertwine and overlap in a myth that mixes the sacred and (above all) the profane: finally, the subterranean antinomy between Courbet, the first cultural relativist in the history of painting and Baudelaire, the Anti-Modern. The formula, which sounds effectist, intends to offer, more than an element of rhetorical suggestion, a scheme of interpretation that is not exhausted in the relationship between the painter and the poet, because it takes on the sense of an internal conflict within a we cannot but call ourselves modern that acts as a title of opening to post-modernity.