L'opera. Storia, teatro, regia. Vol. 3: L' Ottocento - 9788842824053

L'opera. Storia, teatro, regia. Vol. 3: L' Ottocento: Conclusosi il Settecento, che in Mozart ha conosciuto il culmine e la pienezza dell'espressione musicale, si accendono i fuochi dell'Ottocento. Ovunque in Europa si affermano le identità nazionali, alle quali contribuiscono compositori e platee, e ogni paese scandisce sul palcoscenico le proprie declinazioni artistiche: il gusto per la decorazione proprio degli italiani, l'innegabile tendenza a pontificare dei francesi, l'arte del racconto degli inglesi, lo scavo psicologico dei tedeschi. Ma, nonostante i diversi modi formali che le sensibilità nazionali suggeriscono ad autori come Cajkovskij, Musorgskij, Rossini, Donizetti, Offenbach, Bizet, Bellini, resta fermo, per ciascuno, il proposito del fare «teatro in musica»: narrare una storia che coinvolga e interroghi il pubblico, mettendo in discussione la realtà in cui vive. Dal giorno della prima messinscena fino a oggi. In questo volume, la monumentale storia dell'opera e della sua rappresentazione di Elvio Giudici racconta la potenza di melodrammi nati ormai due secoli fa eppure vivissimi, passandoli in rassegna uno a uno e incentrando la narrazione là dove pulsa il suo cuore: sull'allestimento e sull'interpretazione degli spettacoli. È la stretta complicità fra regia e direzione che crea il capolavoro, ed è quando il gesto scenico suggerisce il gesto musicale e il musicale quello scenico che il melodramma acquista il suo senso artistico e umano più profondo. Con passione inesausta ed estro critico, Giudici sprona allora gli «impresari» ad abbandonare - e il pubblico a pretendere che vengano abbandonati - costumi più o men
Ended the eighteenth century, which Mozart knew the height and fullness of musical expression, ignite the fires of the nineteenth century. Wherever in Europe they say national identities, which help composers and audiences, and every country plays on stage their own artistic tendencies: the taste for decoration right of Italians, the undeniable tendency to pontificate of the French, the art of storytelling of the English, the psychological excavation of the Germans. But, despite several formal ways that the national sensibility suggest to authors like Tchaikovsky, Mussorgsky, Offenbach, Bizet, Rossini, Donizetti, Bellini, stays put, for each, for the purpose of making "theater in music??: tell a story involves and interrogate the audience, challenging the reality in which they live. From the date of the first act to date. In this volume, the monumental history of the work and of its representation of Elvio Giudici tells the power of melodramas were born two centuries ago now yet vivid by passing them through one by one and focusing the narrative where her heart throbs: on the construction and interpretation of the shows. Is the close complicity between staging and direction that creates a masterpiece, and that is when the musical gesture and suggests scenic musical gesture that the scenic melodrama acquires its artistic and humane way deeper. With inexhaustible passion and inspiration critic, urged Judges then the ??managers?? to abandon-and the audience to pretend to be abandoned-costumes more or less