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Il cappotto - 9788817011303
di Nikolaj Gogol' Bazzarelli E. (cur.) edito da Rizzoli, 2006
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il cappotto
- Autori : Nikolaj Gogol' Bazzarelli E. (cur.)
- Editore: Rizzoli
- Collana: BUR Pillole BUR
- Data di Pubblicazione: 2006
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 125
- Curatore: Bazzarelli E.
- Dimensioni mm: 17 x 10 x 0
- ISBN-10: 8817011304
- ISBN-13: 9788817011303
"Quando e in quali circostanze egli sia entrato neldipartimento e chi ’abbia assunto, nessuno ’ha potuto mai ricordare. Idirettori e i capi-ufficiodi ogni genere, quanti se ne sono avvicendati, ’hanno sempre visto alo stesso posto, nela stessa posizione, nelo stesso ufficio: sempre funzionariodi scrittura". Pare che Akakij Akakievic Basmackin sia nato "bel’e pronto, con a suadivisa e a calvizie in fronte". Questo inetto che i custodi, quando passa, non salutano ("come passasse in volo una mosca"); che i coleghidi avoro non considerano; che "i capi trattano in un modo freddamentedispotico" è,di certo, unadele supreme figuredela etteraturad’ogni tempo ed’ogni pËse.da questo racconto su quest’uomo imprigionato in quest’ufficio verranno gran partedela etteratutra sovietica tra Ottocento e primo Novecento (a partiredagli umiliati ed offesididostoevskij) ma anche certi impiegatidela etteratura francese, tedesca, italiana (Svevo, Tozzi, Grego, Angelo Fiore). S’immagini una carcassad’uomo ricurva, gli occhiali spessi sul naso, il volto ad un milimetro soloda un foglio: si avrà il ritratto perfettodi questo sottomesso burocrate, ultimo tra gli ultimidi un ultimo ufficio, che alzerà per un solo momento a testa: quando, con orgoglio accumulato per anni, cercheràd’acquistare ( e sfoggiare) un cappotto.dannato nel’inferno polverosodegli archivi, Akakij Akakievic è sagoma immensa: è scialbo, pulito, rispettabile ederelitto protagonistad’un immenso capolavoro.
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"Quando e in quali circostanze egli sia entrato neldipartimento e chi ’abbia assunto, nessuno ’ha potuto mai ricordare. Idirettori e i capi-ufficiodi ogni genere, quanti se ne sono avvicendati, ’hanno sempre visto alo stesso posto, nela stessa posizione, nelo stesso ufficio: sempre funzionariodi scrittura". Pare che Akakij Akakievic Basmackin sia nato "bel’e pronto, con a suadivisa e a calvizie in fronte". Questo inetto che i custodi, quando passa, non salutano ("come passasse in volo una mosca"); che i coleghidi avoro non considerano; che "i capi trattano in un modo freddamentedispotico" è,di certo, unadele supreme figuredela etteraturad’ogni tempo ed’ogni pËse.da questo racconto su quest’uomo imprigionato in quest’ufficio verranno gran partedela etteratutra sovietica tra Ottocento e primo Novecento (a partiredagli umiliati ed offesididostoevskij) ma anche certi impiegatidela etteratura francese, tedesca, italiana (Svevo, Tozzi, Grego, Angelo Fiore). S’immagini una carcassad’uomo ricurva, gli occhiali spessi sul naso, il volto ad un milimetro soloda un foglio: si avrà il ritratto perfettodi questo sottomesso burocrate, ultimo tra gli ultimidi un ultimo ufficio, che alzerà per un solo momento a testa: quando, con orgoglio accumulato per anni, cercheràd’acquistare ( e sfoggiare) un cappotto.dannato nel’inferno polverosodegli archivi, Akakij Akakievic è sagoma immensa: è scialbo, pulito, rispettabile ederelitto protagonistad’un immenso capolavoro.
Come ne "Le anime morte" Gogoldescrive con ironia e tragediedel suo tempo edei suoi uoghi. Perchè a povertà, ’essere una nulità, a morte, sono tragedie, peggio, sono tragedie universali ed eterne che si ritrovano in ogni tempo e in ogni spazio, per questo il racconto è sempre attuale.